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OVUNQUE TU SARAI di Roberto Capucci

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Recensione dell’opera prima di un bravo sceneggiatore e regista con un cast di qualità

Siamo nel 2008. È la Roma a scintillare sul campo verde e nell’anima di 4 amici. È l’Italia di nonni, padri e figli (maschi) uniti dal tifo, sano e sentito, per la squadra del cuore. (..) Roberto Capucci ci racconta attraverso quel tifo il senso dell’amicizia più vera e le scelte di vita.

Conosciamo la partenza, non sempre la destinazione – Francesco, Loco, Giordano, Carlo: 4 grandi amici. Potremmo rispettivamente chiamarli il mancato sposo, il coniuge represso, il fifone scaramantico e il problem solver, per finta nella professione, in modo molto efficace nella vita, soprattutto con gli amici di sempre. Tutti diversi, tutti motivati al viaggio (..)

L’elemento che cambia il corso del viaggio… e della vita – E’ Pilar il ‘quinto elemento’ del gruppo che smuove il delicato equilibrio dei magnifici 4. (..) la presenza della donna sullo sgangherato pulmino, appartenuto a una rock band e altrimenti popolato da soli passeggeri uomini, appartenuto a una rock band determina continui cambi di programma e nuovi raffronti fra vecchi amici, persino discussioni e litigi, ma alla fine un’unione più forte e matura, in linea con un senso raro dell’amicizia. Spicca il personaggio di Ricky Memphis (..) “c’avemo tutti paura. Però ricordati che ovunque tu sarai noi saremo sempre tutti insieme”.

Non è un film per tifosi – I valori cambiano, i rapporti cambiano, la meta di questo viaggio… forse no, ma il suo significato sì. Il messaggio di questi piacevolissimi 89 minuti (..) è il più vario per ogni spettatore. La passione comune e l’intera avventura portano protagonisti e pubblico su un binario diverso da quello meramente sportivo (..)

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Manchester By The Sea di Kenneth Lonergan

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Recensione del film pluricandidato acclamato alla Festa del Cinema di Roma del 2016

La vita ripetitiva di un idraulico tuttofare, dal carattere introverso fra lo scontroso e l’apatico viene scossa dalla notizia della morte improvvisa dello zio Joe. Lee parte per Manchester per stare accanto al figlio Patrick e scopre di esserne stato nominato tutore nel testamento. (..)

Un passato che non lascia vivere – Lee ha occhi tristi, beve e, quando è sotto l’effetto dell’alcol, aggredisce chiunque incontri sulla sua strada (..) il ritorno a Manchester lo costringe a guardare in faccia quel passato e a re-imparare a vivere, attraverso momenti di crisi profonda, ma soprattutto quel ruolo, nuovo per Lee, da “fratello” maggiore (..)

L’incidente e l’infinita auto-condanna – Grazie ai flash back (..) riviviamo le vicende accadute a Lee (..) A causa di un suo errore di valutazione commesso tempo prima (..) Lee tormenta se stesso per anni (..) Saranno il cambio di vita e il legame con Patrick ad aiutarlo.

Una squadra di qualità per un prodotto di qualità – Interpretazione sottile e incisiva quella di Casey Affleck, nella sua resa di Lee chiuso e indifferente al mondo prima e affezionato e generoso dopo. L’attore è stato premiato con l’Oscar al migliore attore protagonista del 2017: quel sorriso appena accennato e così potente, sulla barca portata dal cugino a fine film, lascia intuire il cambiamento di Lee volto a una nuova gioia di vivere. Dal regista agli altri attori il film è frutto di un lavoro di squadra di qualità (..) L’Arte non necessariamente è cara o redditizia, ma ha valore quando si imprime nell’anima.

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THE FOUNDER di John Lee Hancock

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Recensione del film interpretato da Keaton sul successo della catena McDonald’s

“The Founder” è il nuovo lavoro di bravura artistica diretto dal regista dell’indimenticabile “Saving Mr Banks”, anch’esso ispirato a una storia vera. Dopo il premiato “Birdman”, Keaton torna a stupirci con un’ottima interpretazione, credibile e dettagliata, di quel genere di prestazione attoriale che ci fa arrivare dritti al personaggio senza passare dalla tecnica. (..) La ridefinizione del personaggio cui si assiste nell’arco del film è tale da uscire turbati dalla sala.

L’idea, il progetto, il successo – Era il 1937: Richard e Maurice, Dick e Mac, 2 fratelli di 28 e 35 anni, la cui vita era tutto meno che agiata, ebbero l’idea di aprire un chiosco ad Arcadia in California, notando come hot-dog e hamburger fossero un cibo sempre apprezzato. (..) un successo, perché, oltre che sul fattore tempo, i fratelli avevano puntato su pochi cibi: hamburger, patatine fritte e bibite.

L’innovazione, il franchising, la spinta – Era il 1955: l’imprenditore (..) Ray Kroc, dopo essere rimasto folgorato, non solo dalla novità del cibo mangiato per strada senza posate né piatti e dalla velocità di preparazione (..), ma anche dal nome McDonald ‘altisonante’ alle sue orecchie, firmò un contratto con i proprietari (..) E ripeteva una parola: “Affiliazione!”.

Il modello di business – Kroc diede il via al primo franchising della storia. Non lo inventò lui il più noto fast food americano (..), ma, a 52 anni, quella novità lo lanciò nel mondo grazie a genialità visionaria, persistenza e team. Assoldò come suo consulente finanziario un manager, Harry J. Sonneborn, che illuminò Kroc: il suo business era quello non degli hamburger ma dell’immobiliare. (..) Kroc arrivò a rilevare le quote dei due McDonald per 2,7 milioni di dollari: i fratelli non gli perdonarono mai l’uso del nome. (..) la McDonald’s Corporation nel 1965 – composta ormai da centinaia di ristoranti – si quotò in Borsa. (..)

Imprenditore ‘ante litteram’ e uomo spietato: due facce di una medaglia – “Avevo 52 anni, il diabete e un’artrite incipiente. Avevo perso la cistifellea e buona parte della tiroide, eppure ero convinto che il meglio dovesse ancora arrivare”. Ma quanto fu disposto a investire per inseguire il sogno americano? Tutto. Anche la moglie, oltre alla casa.
Kroc si legò alla fine degli anni 50 a Joni Smith, donna più affine alla sua mentalità
commerciale e sua sostenitrice. E si appropriò di meriti non suoi: la nascita e persino il nome di McDonald’s. Il Bene e il Male, dunque, in un’unica soluzione, anzi in un solo uomo.

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LION – La strada verso casa di Garth Davis

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Recensione del film, presentato alla Festa del cinema del 2016, interpretato da una Kidman che fu (nuovamente) candidata all’Oscar

“La lunga strada per tornare a casa” è il titolo della biografia cui si ispira il film LION. Il protagonista ha le sembianze dell’attore Dev Patel, noto per il ruolo, nel 2008, di Jamal in ‘The Millionaire’, ed è affiancato da una Kidman, come lui, candidata per l’interpretazione agli Oscar 2017.(..) Il finale, prevedibile, non è meno d’effetto, forte di una notevole carica emotiva.

Da dove veniamo è in parte chi siamo – Il libro, cui è ispirato il film, narra le vicende realmente accadute a un bambino che, nato in un piccolissimo villaggio indiano, si ritrova, per una banale distrazione (..), a Calcutta, solo e incapace di farsi capire da chi non parla il suo dialetto. Il piccolo (..) finisce adottato da un’abbiente famiglia australiana.

Le origini, i ricordi, la nuova vita – Il film esordisce creando un immediato contatto con il pubblico, rapito dalla purezza del piccolo Saroo, (..) Saroo si ritrova per errore in un treno che lo imprigiona. (..) Il viaggio di Saroo simboleggia una profonda crescita personale (..)

Un’attualità gravissima e un rispecchiamento – La bravura degli attori e la veridicità dei fatti narrati tengono accesa la lampadina dell’attenzione anche quando nella seconda parte del film il ritmo perde quota, poiché seria è la denuncia: gravissima è la questione dei tanti minori che continuano a scomparire in India e che purtroppo, a differenza del più fortunato Saroo, finiscono vittime di traffici disumani di vario genere. ‘Lion’ e il libro da cui è tratto hanno, soprattutto, un valore nel messaggio che gridano al mondo: salvare gli innocenti. (…)

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Intervista a Sebastian Harrison, da Satomi a imprenditore (1° parte)

Link all’articolo: https://www.traders-mag.it/intervista-sebastian-harrison-satomi-imprenditore-prima-parte/

L’intervista di Sebastian Harrison prosegue nel prossimo articolo in uscita nei prossimi giorni.

Il bellissimo Satomi del gruppo rock ‘Bee Hive’ nel telefilm di enorme successo ‘Love me Licia’, ispirato al manga giapponese ‘Kiss me Licia’ e realizzato alla fine degli anni 80, è oggi un imprenditore a capo di un’azienda riconosciuta e ha molti progetti, anche artistici, fra i quali un film festival a Los Angeles legato all’ Italia. E una casa in Sicilia.

Introduzione
È il 10 novembre (..) e sono in contatto con Sebastian, di sera io di giorno lui, grazie all’amata/ odiata tecnologia che permette ‘incontri ravvicinati’ in un batter di ciglia da un continente all’ altro, anche quando in mezzo corrono l’oceano e tante ore di viaggio aereo. Così, in un’ora e mezza di piacevolissima chiacchiera oltre che di intervista seria, Alessandra, la sottoscritta, e Sebastian, l’intervistato, parlano, ridono e commentano i temi dell’intervista come se si ritrovassero dopo tanto tempo nella stessa città e magari in una casa, invece che l’uno nel suo ufficio fronte mare a Malibù e l’altra al tavolo di lavoro in casa a Milano prima della cena.(..)

Sebastian mi anticipa, in qualche scambio di email, di essere nato a Roma da genitori americani, entrambi attori di Hollywood, trasferitisi per un impegno professionale del capo famiglia. ‘Anch’io ho lavorato in cinema e televisione: dopo il successo di ‘Licia dolce Licia’ e relativi sequel, ho recitato in alcuni film e serie tv come ‘Fratelli d’Italia’ e ‘Classe di Ferro’. Quando l’onda del successo ha iniziato a calare, sono partito per gli USA e ho ripreso gli studi. Forse fu la decisione migliore della mia vita. Scelsi l’Università di Los Angeles (UCLA) e presi 2 lauree, in Scienze Politiche e in Letteratura. Poi ho avviato con successo un’azienda su internet e con i relativi profitti ho investito in immobili, cui adesso mi dedico, occupandomi degli affitti di alcuni. La società che ho creato si chiama ‘Cellular Abroad’ e offre servizi Telecom a prezzi molto competitivi per chi viaggia. Sito: www.cellularabroad.com. Ho poi in progetto, con un amico giornalista di Milano, un festival cinematografico di film americani girati in Italia. E a proposito di film festival, ho ospitato a casa mia il ‘Los Angeles Film Fashion and Art Fest’ – https://www.attualita.it/notizie/spettacolo/art-fest-5590/, fondato dal produttore Pascal Vicedomini e caratterizzato dalla presenza importante del mio amico Franco Nero. Ho ancora un buon rapporto con la mia agente del periodo italiano, Cristina Caremoli, e amici stretti nel mondo del cinema: oltre a Franco Nero, anche Romina Power, Gianmarco Tognazzi, Sebastiano Somma e altri. Io non faccio più l’attore, ma noto che tanti colleghi ora lavorano parecchio. Vivo a Malibù e ascolto spesso la musica leggera italiana del passato e del presente, un modo per mantenermi vicino all’Italia che è sempre nel mio cuore.

(..)

Basile: Sebastian ti chiedo veramente scusa per questo ritardo. Stamattina funzionava…

Sebastian Harrison: Guarda io lavoro nella tecnologia ma la odio (ride), appena posso le sfuggo, butto il cellulare e vado al mare!

Basile: Tu vivi a Malibù. (..) Abbiamo un po’ di argomenti: da Oleg, il Robert Redford russo, amico della tua famiglia, alla tua vita romana, al successo imprevisto di ‘Love me Licia’, all’amicizia ancor oggi ferrea con Pasquale Finicelli, il Mirko del telefilm, alla decisione di non continuare con il cinema e di tornare in America, dove hai preso due lauree e dato vita a ‘Cellular Abroad’. Senza dubbio il tuo personaggio nel telefilm, Satomi, è entrato, insieme a Mirko e Licia, nel quotidiano di migliaia forse milioni di fan, anche di sesso maschile (il cast ieri www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2017/08/che-fine-hanno-fatto-i-bee-hive.jpg e alcuni degli attori ai tempi nostri https://www.radioanimati.it/wp-content/uploads/2020/04/Bee_Hive_Reunion_2020-1024×545.png).

Sebastian Harrison: I maschi non ammettevano facilmente di vederlo! (..)

Oleg Vidov, il Robert Redford russo

Basile: Iniziamo da Oleg Vidov (https://it.wikipedia.org/wiki/Oleg_Borisovi%C4%8D_Vidov ).

Tratto dal comunicato stampa, che lo stesso Sebastian mi ha inoltrato, sul docu-film ‘Oleg’:

(..)

Sebastian Harrison: Mio padre, che intanto stava girando un film, in Cina o in Africa non ricordo, aveva dato asilo a Oleg, il Robert Redford russo, quando questi aveva abbandonato la sua patria, ospitandolo a casa nostra a Roma, dove c’eravamo anch’ io e una giornalista, con cui Oleg ebbe una storia sfociata in matrimonio qualche tempo dopo. Oleg non poteva uscire di casa, era conosciuto e non voleva correre il rischio di essere riportato indietro, era un disertore russo. La vedova Vidov ha prodotto ‘Oleg’ (https://www.olegvidov.com/ ).

(..)

I primi lavori, a partire dal dubbio sul metodo

Sebastian Harrison: Per il mio primo film da protagonista, ‘Apache bianco’ (https://it.wikipedia.org/wiki/Bianco_Apache ), che dovevo girare in quel periodo, gli avevo chiesto delle dritte. Ma il suo metodo Stanlivlaskji era un pò ‘esagerato’ per un film western! Io poi avevo solo 18 anni e mi ero preoccupato molto, perché Oleg era così teatrale ed io mi dicevo ‘non ce la farò mai a fare come lui’, fino a scoprire per fortuna che non ero tenuto a seguire quel metodo. In ogni caso, ci eravamo conosciuti molto bene.

(..)

Basile: Ho letto che hai fatto anche un horror: ‘Il fantasma di Sodoma’ di Lucio Fulci (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_fantasma_di_Sodoma).

Sebastian Harrison: Lucio Fulci (https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Fulci ) era il maestro dell’horror, da sempre in concorrenza con Dario Argento, (..) era molto bravo sia con gli attori, sia tecnicamente, solo che il budget del film era ridotto e si vede(va). A me gli horror non piacciono, ma se ti danno un film da fare che fai, rifiuti? Io dovevo pagare l’affitto.

(..)

Famiglia d’origine tutta di artisti

Basile: Sebastian, tu sei nato da genitori entrambi americani. Però parli bene l’italiano!

Sebastian Harrison: Sì. Mio padre, nel 1961, era andato a Roma per girare un film e poi c’è rimasto trent’anni (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_gladiatore_invincibile ). In tutto, ha girato sui 130 film da protagonista, non solo in Italia. I miei due fratelli sono anch’essi nati a Roma. Anche quello più grande parla italiano, ma meno di me. L’altro, purtroppo, è mancato venti anni fa. Ho anche una sorellastra che vive a Vienna, anche lei parla bene l’italiano.

Basile: Siete o siete stati tutti attori in famiglia? Invece tuo nonno era produttore.

Sebastian Harrison: Sì, quando non voleva pagare degli attori, usava noi figli per delle particine. Mio nonno, da parte di madre, James H. Nicholson, era un produttore, aveva un famoso studio cinematografico, American International Pictures, per le produzioni di serie B, dal 1954 (https://en.wikipedia.org/wiki/James_H._Nicholson; https://en.wikipedia.org/wiki/American_International_Pictures ). Con lui hanno iniziato De Palma, Scorsese, Coppola e anche Jack Nicholson. Dei film prodotti, 500 furono di R. Corman Quando mio padre ha conosciuto e sposato mia madre, la figlia di James, Loretta Nicholson (www.imdb.com/name/nm0629870/), ha rotto il contratto e ha fatto delle cose per conto suo.

(..)

Love me Licia: il Successo!

Basile: Com’è che sei arrivato a ‘Love me Licia’ ? (..)

Sebastian Harrison: Ti racconto. (..) a differenza di altre volte in cui ero andato ai provini un po’ teso, mi sono presentato a questo completamente rilassato. La mia fisionomia era adatta al personaggio, ma sono piaciuto subito al cast quando è stata notata la mia disinvoltura (in verità il mio quasi menefreghismo), nonostante avessi solo vent’anni (..). Il regista mi disse di avermi scelto e che avrebbe spedito la videocassetta del provino ai produttori per la loro approvazione. Il giorno dopo ero a Milano a firmare il contratto (con la Fininvest di Berlusconi). Dopodiché mi sono trasferito a Cologno Monzese e lì ho conosciuto il mio migliore amico: ‘Mirko’ Pasquale Finicelli.

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Biennale Cinema 2020: un segnale per ritrovare speranza e nuova forza – sabato 12/9/20

Biennale Cinema 2020 – Un breve cenno al Fondaco Marcello – domenica 13/9/20

Oleg a Venezia. Alessandra Basile intervista Valentina Castellani Quinn – venerdì 18/9/20

RIFF Riviera International Film Festival. Intervista a Stefano Gallini-Durante – venerdì 9/10/20

Cinema Terra di Siena Film Festival 2020. Le interviste di Alessandra Basile – domenica 25/10/20

Alessandra Basile al festival senese del cinema italiano e internazionale – mercoledì 4/11/20

Alessandra Basile. Recensione di ROMA Festa del cinema 2020 e un’intervista – venerdì 6/11/20

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Film in Televisione che sia free o pay tv, dal digitale terrestre al satellitare dal 22 luglio

Film in TV che sia free o pay tv, dal digitale terrestre al satellitare dal 22 luglio

I film di luglio, iniziamo da mercoledì 22 luglio con un’altra settimana di programmi

Siamo a fine luglio e per moltissima gente si avvicinano inesorabili le vacanze estive. Tutti italiani? Inteso come lo stare in Italia invece di partire per le classiche mete greche e ispaniche o per qualcuno caraibiche oppure in un tour delle città europee. Lo spero, anche a supporto della nostra economia, del settore ora compromesso del turismo, del Bel Paese con le sue meraviglie invidiate da qualsiasi altro stato, vicino o lontano. (..) Buona visione!

Alcuni film a seconda della data in ordine alfabetico.

  • Mercoledì 22 luglio:

A beautiful mind (II s): 2001. Di Ron Howard. Con Russel Crowe. La vita e l’eccentricità del premio Nobel John Forbes Nash, talento matematico offuscato dalla schizzofrenia. (..)

Grease: 1978. Con John Travolta e Olivia Newton-John. Imperdibile. (..)

Il dubbio: 2008. Con Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman diretti da John Patrick Shanley. Viola Davis si è aggiudicata l’Oscar come miglior attrice non protagonista

Sempre questo mercoledì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Giovedì 23 luglio:

Il trovatore – OPERA: 2019. Di Giuseppe Verdi. Dall’Arena di Verona. Regia di Zeffirelli. 

Nessuno mi può giudicare: 2011. Di Massimiliano Bruno. Con Paola Cortellesi (..)

Il ragazzo di campagna: 1984. Di Castellano & Pipolo. Con Renato Pozzetto (80 anni) (..)

Sempre questo giovedì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Venerdì 24 luglio:

Amiche da morire: 2013. Con Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini, C. Capotondi,  (..)

Non sposate le mie figlie (II s): 2014. Di Philippe de Chauveron. Consiglio fortemente. (..)

Sempre questo venerdì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Sabato 25 luglio:

L’attimo fuggente: 1989. Con il compianto e straordinario Robin Williams. (..) Voto 10.

Il campione:2019. Dell’esordiente Leonardo De Agostini, vincitore di un Nastro d’argento per la regia. Con uno Stefano Accorsi bravo e un giovane talento, Andrea Carpenzano, (..).

Sempre questo sabato potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Domenica 26 luglio:

Le relazioni pericolose:1988. Di Stephen Frears con un terzetto di attori di livello eccelso come John Malcovich e Glenn Close, seguiti da Michelle Pfeiffer e Uma Thurman (..) Voto 9.

Hitchcock: 2012. Biografia del grandissimo regista angloamericano con un focus sul periodo in cui preparava uno dei suoi capolavori più noti, ‘Psycho’, e sul rapporto con sua moglie Alma. A interpretare Hitchcock e la moglie due garanzie: Anthony Hopkins e Helen Mirren. Voto: 8/9.

Sempre questa domenica potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film,

  • Lunedì 27 luglio:

Leoni per agnelli: 2007. Di e con Robert Redford. Con Meryl Streep e Tom Cruise. (..)

Sempre questo lunedì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film, (..)

  • Martedì 28 luglio:

La prima cosa bella (II s): 2010. Di Paolo Virzì. Con Micaela Ramazzotti. (..). Bello!

Sempre questo martedì potete sbizzarirvi con, in ordine alfabetico, altri film, (..)

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TRADERS Film televisione free paytv digital terrestre satellitare dal 15 luglio

Film in TV che sia free o pay tv, dal digitale terrestre al satellitare dal 15 luglio

Eccoci alla metà di luglio con il covid latente e per qualcuno più che reale; (..) Eccoci in pieno periodo estivo con la voglia di leggerezza (..) Diversi i titoli (..) Buona visione!

Alcuni film a seconda della data in ordine alfabetico.

  • Mercoledì 15 luglio:

Il barbiere di Siviglia (Opera): 2018. Il capolavoro di Rossini nell’edizione di Vittorio Borrelli – Il medico della mutua: 1968. Di Luigi Zampa con Alberto Sordi. Vi fu un seguito con lo stesso Sordi per la regia di Luciano Salce nel 1969. (..) Esilaranti entrambi. (..)

Mine vaganti: 2010. Di Ferzan Özpetek con un cast ricco, nel quale (..) figurano i (fu) Ennio Fantastichini e Ilaria Occhini, bravissimi, e la sempre eccellente Lunetta Savino. (..)

Sempre questo mercoledì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Giovedì 16 luglio:

Carol: 2015, con Cate Blanchett e Rooney Mara, coppia al femminile in un’America anni 50.

Harry ti presento Sally (II s): 1989, con Meg Ryan e Billy Cristal (..). Da rivedere.

La parola ai giurati: 1997, remake del film diretto da Sidney Lumet nel 1957. (..)

Sempre questo giovedì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Venerdì 17 luglio:

La scelta di Sophie: 1982, di Alan J. Pakula, con Meryl Streep. (..). Imperdibile.

Mia moglie è una strega: 1980, con Renato Pozzetto sposato a una bella Eleonora Giorgi (..)

Sempre questo venerdì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Sabato 18 luglio:

Sette anni in Tibet: 1997, di Jean-Jacques Annaud, con Brad Pitt. L’incontro fra uno scalatore austriaco diretto sull’Himalaya e ritrovatosi in Tibet ed il Dalai Lama (..)

That’s Life: 2016. Il teatro in televisione con Riccardo Rossi dal Teatro Leonardo Milano. (..)

Sempre questo sabato potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Domenica 19 luglio:

Lost in translation: 2003, di Sophia Coppola, con Bill Murray e Scarlett Johansson. (..)

Un amore all’altezza: 2016. Commedia francese con Virginie Efira e Jean Dujardin (..)

Sempre questa domenica potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Lunedì 20 luglio:

Yesterday: 2019, di Danny Boyle. (..) un mondo nel quale nessuno conosce i Beatles. (..)

Sempre questo lunedì potete sbizzarrirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

  • Martedì 7 luglio:

Viaggi di nozze: 1995, di e con Carlo Verdone. Nel cast Claudia Gerini.  W Verdone! (..)

Sempre questo martedì potete sbizzarirvi con, in ordine alfabetico, altri film (..)

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ENNIO MORRICONE e tutto il suo cinema a partire dal troppo dimenticato Luciano Salce

ENNIO MORRICONE e tutto il suo cinema a partire dal troppo dimenticato Luciano Salce – TRADERS

ENNIO MORRICONE E TUTTO IL SUO CINEMA A PARTIRE DAL TROPPO DIMENTICATO LUCIANO SALCE – ASSODIGITALE e TRENDIEST

Memoria di un genio indiscusso della musica cinematografica che con dolore italiano e di tutto il mondo ci ha lasciati il 6/7/20 e ora incanta l’aldilà con la sua musica che aveva la qualità del divino.

Era il 1961. In quell’anno uscì il film che lanciò Ugo Tognazzi, interprete di altre pellicole nei dieci anni antecedenti di serie b e qui invece diretto da Luciano Salce in un ruolo di spessore. Nel film ‘Il federale’, forse l’opera più importante di Salce, grazie anche all’attore George Wilson, compagno di set di Tognazzi, un elemento che non passa inosservato sono le note musicali che ben si coniugano con alcune scene. Dunque nel 1961, per la prima volta, il grande Ennio Morricone (..) componeva la colonna sonora di un film. In Italia, Salce, dunque il suo scopritore come artista e ideatore della musica per i film, non ha avuto e continua a non ricevere un vero e meritato riconoscimento per la sua carriera e per avere dato il suo contributo al cinema, sia con cult movies noti ai più come ‘Fantozzi’ (..), sia, e qui direi soprattutto, come scopritore di talenti (..) ‘Effort is all. Continue and you may get there despite everything’[1], ma lo scopritore, il sostegno mirato, l’azione incentivante e incoraggiante verso una data direzione sono essenziali e oggi quanto mai rari.

Ennio – E’ il 10 novembre 1968: nasce il più grande cine-compositore del mondo (..) è un uomo non molto alto, sempre corrucciato, timido dietro le lenti di un paio di occhiali non alla moda, geniale nelle sue creazioni musicali, fumantino sul lavoro, riservato specie nella sua vita privata e affettiva, ufficiale nelle sue dichiarazioni alla moglie Maria, suo amore da 70 anni, cui dedica la conclusione del necrologio scritto di suo pugno e recentemente reso pubblico dall’avvocato di fiducia detentore dello stesso (..). Grazie Morricone per l’eccellente esempio di amore, passione, rettitudine, umile genialità.

Morricone – Sono più di 500 i film e le serie tv ‘onorati’ dalle creazioni musicali ad hoc del grande compositore e più di 60 i film premiati che si sono presentati alle nomination con le note meravigliose di Morricone. Fra questi ultimi è forse ‘Mission’ quello più importante del Maestro. (..) Conosciuto sui banchi di scuola alle elementari, Morricone ha iniziato a collaborare con Leone 3 anni dopo ‘Il federale’ (..). Quentin Tarantino l’ha voluto fortemente per ‘The Hateful eight’, uscito nel 2015, facendogli guadagnare l’Oscar alla migliore colonna sonora. A Morricone arriva la statuetta d’oro nel 2007 alla carriera perché le sue nomination, 5 fra il 1967 e il 2001, non si sono concretizzate in premi (..)

Il suo pensiero, il suo motore – (..) nel febbraio 2016, al già 87enne Maestro viene assegnata la stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame (..) : «Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica.». Non credo ci siano dubbi a questo punto su che cosa sia la Passione vera e sulla sua priorità di valore e intento per chi ne è colpito. (..) Rip. Ennio.

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JENNIFER FOSTER JENKINS di Stephen Frears

TRADERS – JENNIFER FOSTER JENKINS di Stephen Frears

Recensione del film interpretato dalla coppia artistica Streep-Grant

Meryl Streep torna a stupirci con un personaggio che amiamo dalle prime note che ci fanno saltare in aria e ridere di gusto, perché la sentiamo decisamente umana. Di chiara fama per una totale mancanza di orecchio musicale, eppure convinta del suo canto o inconsapevole di essere una soprano… stonata, la nobildonna J.F. Jenkins – vissuta nel XIX secolo – ci coinvolge, appassiona, diverte. E ci insegna, con la generosità che le era presumibilmente propria  quanto sia vitale sognare. “I sogni son desideri” cantava qualcuno. 

Le scelte coraggiose di una donna più forte del suo tempo – Jennifer Foster Jenkins (..) fuggì dal padre, contrario alla sua ambizione di intraprendere la carriera di cantante, sposando un dottore di Filadelfia da cui divorzio’ – altra eccezionalità del tempo (..)

Esuberanza e positività per un bicchiere sempre mezzo pieno – La salute non le fu mai particolarmente amica, andando a braccetto con il poco talento canoro. L’unicità della forza d’animo e la gioia di vivere che infondeva in chi le stava accanto e l’amore per la musica la resero amabile. (..) Al marito che disse “yours is the truest voice I’ve ever heard” rispose “people may say I couldn’t sing, but no one can ever say I did not sing”.

La grandezza di un capolavoro nella cura dei dettagli – I pluri-premiati Meryl Streep e Hugh Grant, affiancati da un Simon Helberg strepitoso nello stravagante Cosmé, formano un più che riuscito duo artistico (..) e ci incoraggiano a non smettere di sognare. Mai.