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OVUNQUE TU SARAI di Roberto Capucci

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Recensione dell’opera prima di un bravo sceneggiatore e regista con un cast di qualità

Siamo nel 2008. È la Roma a scintillare sul campo verde e nell’anima di 4 amici. È l’Italia di nonni, padri e figli (maschi) uniti dal tifo, sano e sentito, per la squadra del cuore. (..) Roberto Capucci ci racconta attraverso quel tifo il senso dell’amicizia più vera e le scelte di vita.

Conosciamo la partenza, non sempre la destinazione – Francesco, Loco, Giordano, Carlo: 4 grandi amici. Potremmo rispettivamente chiamarli il mancato sposo, il coniuge represso, il fifone scaramantico e il problem solver, per finta nella professione, in modo molto efficace nella vita, soprattutto con gli amici di sempre. Tutti diversi, tutti motivati al viaggio (..)

L’elemento che cambia il corso del viaggio… e della vita – E’ Pilar il ‘quinto elemento’ del gruppo che smuove il delicato equilibrio dei magnifici 4. (..) la presenza della donna sullo sgangherato pulmino, appartenuto a una rock band e altrimenti popolato da soli passeggeri uomini, appartenuto a una rock band determina continui cambi di programma e nuovi raffronti fra vecchi amici, persino discussioni e litigi, ma alla fine un’unione più forte e matura, in linea con un senso raro dell’amicizia. Spicca il personaggio di Ricky Memphis (..) “c’avemo tutti paura. Però ricordati che ovunque tu sarai noi saremo sempre tutti insieme”.

Non è un film per tifosi – I valori cambiano, i rapporti cambiano, la meta di questo viaggio… forse no, ma il suo significato sì. Il messaggio di questi piacevolissimi 89 minuti (..) è il più vario per ogni spettatore. La passione comune e l’intera avventura portano protagonisti e pubblico su un binario diverso da quello meramente sportivo (..)

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Manchester By The Sea di Kenneth Lonergan

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Recensione del film pluricandidato acclamato alla Festa del Cinema di Roma del 2016

La vita ripetitiva di un idraulico tuttofare, dal carattere introverso fra lo scontroso e l’apatico viene scossa dalla notizia della morte improvvisa dello zio Joe. Lee parte per Manchester per stare accanto al figlio Patrick e scopre di esserne stato nominato tutore nel testamento. (..)

Un passato che non lascia vivere – Lee ha occhi tristi, beve e, quando è sotto l’effetto dell’alcol, aggredisce chiunque incontri sulla sua strada (..) il ritorno a Manchester lo costringe a guardare in faccia quel passato e a re-imparare a vivere, attraverso momenti di crisi profonda, ma soprattutto quel ruolo, nuovo per Lee, da “fratello” maggiore (..)

L’incidente e l’infinita auto-condanna – Grazie ai flash back (..) riviviamo le vicende accadute a Lee (..) A causa di un suo errore di valutazione commesso tempo prima (..) Lee tormenta se stesso per anni (..) Saranno il cambio di vita e il legame con Patrick ad aiutarlo.

Una squadra di qualità per un prodotto di qualità – Interpretazione sottile e incisiva quella di Casey Affleck, nella sua resa di Lee chiuso e indifferente al mondo prima e affezionato e generoso dopo. L’attore è stato premiato con l’Oscar al migliore attore protagonista del 2017: quel sorriso appena accennato e così potente, sulla barca portata dal cugino a fine film, lascia intuire il cambiamento di Lee volto a una nuova gioia di vivere. Dal regista agli altri attori il film è frutto di un lavoro di squadra di qualità (..) L’Arte non necessariamente è cara o redditizia, ma ha valore quando si imprime nell’anima.

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LION – La strada verso casa di Garth Davis

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Recensione del film, presentato alla Festa del cinema del 2016, interpretato da una Kidman che fu (nuovamente) candidata all’Oscar

“La lunga strada per tornare a casa” è il titolo della biografia cui si ispira il film LION. Il protagonista ha le sembianze dell’attore Dev Patel, noto per il ruolo, nel 2008, di Jamal in ‘The Millionaire’, ed è affiancato da una Kidman, come lui, candidata per l’interpretazione agli Oscar 2017.(..) Il finale, prevedibile, non è meno d’effetto, forte di una notevole carica emotiva.

Da dove veniamo è in parte chi siamo – Il libro, cui è ispirato il film, narra le vicende realmente accadute a un bambino che, nato in un piccolissimo villaggio indiano, si ritrova, per una banale distrazione (..), a Calcutta, solo e incapace di farsi capire da chi non parla il suo dialetto. Il piccolo (..) finisce adottato da un’abbiente famiglia australiana.

Le origini, i ricordi, la nuova vita – Il film esordisce creando un immediato contatto con il pubblico, rapito dalla purezza del piccolo Saroo, (..) Saroo si ritrova per errore in un treno che lo imprigiona. (..) Il viaggio di Saroo simboleggia una profonda crescita personale (..)

Un’attualità gravissima e un rispecchiamento – La bravura degli attori e la veridicità dei fatti narrati tengono accesa la lampadina dell’attenzione anche quando nella seconda parte del film il ritmo perde quota, poiché seria è la denuncia: gravissima è la questione dei tanti minori che continuano a scomparire in India e che purtroppo, a differenza del più fortunato Saroo, finiscono vittime di traffici disumani di vario genere. ‘Lion’ e il libro da cui è tratto hanno, soprattutto, un valore nel messaggio che gridano al mondo: salvare gli innocenti. (…)

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ROMA FF15 Festa del cinema 2020 (4 ° parte e un’intervista)

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Continua dal precedente articolo….

La preparazione a ‘Néo Kosmo’

Basile: Su questi temi tu ti sei confrontato con esperti del settore, hai studiato?

Adelmo Togliani: Assolutamente. Mi sono documentato leggendo tantissimi saggi sulla robotica, sull’intelligenza artificiale, ho visto dei documentari legati alla fantascienza. Nel mio prodotto, tuttavia, non si va nei tecnicismi. Mi sono appassionato al tema (..)

Le film commission italiane, una forza anche nel fatidico 2020

Basile: Parliamo del periodo attuale con qualche vostra riflessione in merito.

Laura Beretta: Noi ci siamo fermati con i lavori che dovevamo fare perché,(..) Un fatto positivo è avvenuto durante il lockdown e ne siamo felici: abbiamo ottenuto un fondo da bando dalla Apulia film commission. Il nostro prossimo cortometraggio sarà girato in Puglia.

(..)

Basile: Si può dire che Apulia film Commission e Film Commission Torino Piemonte sono le più forti in Italia? Così diamo un suggerimento prezioso ad altre piccole realtà produttive.

Adelmo Togliani/Laura Beretta: Ci sono anche quelle di Sud Tirol, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, che, come le due che menzioni, sono valide e disponibili, efficienti.

‘L’estate di Virna’, un corto in pre-preparazione

Basile: Laura mi parli un pò del cortometraggio per cui mi dicevi andrete ad allestire il set?

Laura Beretta: Il cortometraggio si intitola ‘L’estate di Virna’ e sarà diretto da Alessandro Zizzo, anche autore. La storia è quella di una donna e della sua ‘evoluzione’ sentimentale che non fa che inseguire un sentimento dettato dalle farfalle allo stomaco, metaforicamente preferendo l’estate all’autunno. Finché si domanda: ‘ho fatto bene a seguire l’istinto?

Santa Ponsa Film srl – insieme nel lavoro oltre che nella vita

Basile: Da quanto esiste la vostra società di produzione audiovisiva e perché l’avete aperta?

Laura Beretta: In molti ci avevano sconsigliato, essendo noi una coppia nella vita, di stare insieme professionalmente. Convinti della bontà della nostra idea siamo andati avanti (..)

Adelmo Togliani: (ndr, scherzosamente). Sì non siamo ancora sposati, anche se la proposta gliel’ho fatta, ma nel frattempo escono società, film, bambini. Il matrimonio verrà.

Il coraggio della Festa del cinema di Roma

Basile: Concludiamo con un ultimo pensiero, Adelmo. Magari sulla Festa del cinema.

Adelmo Togliani: Guarda ci vuole e c’è stato tanto coraggio nell’allestire tutto, anche con registi o personaggi che si rischiava non riuscissero a venire dall’estero, nel fronteggiare le spese del protocollo anti-Covid, nell’utilizzare spazi in genere non usati per questo evento, come la Nuvola di Fuksas che invece è adattissimo. (..) la sicurezza è stata massima, (..)

La mia recensione di ‘Néo Kosmo’

Che cos’è il ‘Néo Kosmo’ che intitola il film di Adelmo Togliani e che vede Giorgia Surina nei panni della protagonista, una sorta di androide tenuta a prendersi cura del più piccolo della casa, poco più che neonato, in una luminosa villa del futuro che, chissà, è già alle porte? È l’altro mondo, quello virtuale, quello che, con un casco indossato, sembra assolutamente reale, anche se viaggia in una dimensione tutt’altro che fisica. E secondo il regista coincide fondamentalmente con il nostro prossimo futuro. La comunicazione e le relazioni sono al centro di questo cortometraggio (..) Il processo di dissociazione rappresentato nel corto fa riflettere sul rapporto, inesistente nel film, fra genitori e figli, (..) ‘Il film tratta tematiche legate all’etica, alla realtà virtuale, all’intelligenza artificiale, al rapporto tra uomo e robot e pone a confronto le capacità di giudizio, umana e dell’androide’ dice Laura Beretta.

Riesce a incuriosire e a colpire il film prodotto da Santa Ponsa Film, ma in pochi minuti, quelli ammessi perché un corto sia tale, troppe porte restano aperte, motivo per cui auguro a ‘Néo Kosmo’ di espandersi in una serie o in un lungometraggio per aiutarci a visualizzare come potrebbe essere il nostro futuro, soprattutto sul piano relazionale. Ne abbiamo un assaggio con il 2020 e le misure anti-Covid sul distacco fisico. SEZIONE ALICE NELLA CITTA’

Conclusione
Ringrazio Laura, che conosco da anni e stimo, e Adelmo, la cui carica vitale e creativa merita considerazione, per l’interessante e piacevole chiacchierata in macchina mentre andavamo tutti insieme a vedere la mini rassegna di corti organizzata alla Nuvola di Fuksas lo scorso 20 ottobre. (..) una persona perbene oggi 2 novembre di questo maledetto 2020 è scomparsa lasciando una città, Roma, e l’intero Bel Paese nello sconforto più totale. Era un vero ironico Gigi Proietti, (..) Il teatro Brancaccio, io spero, ti verrà intitolato, caro Gigi, e con te da lassù i cinema e soprattutto i teatri che tanto amavi saranno sostenuti e così riapriranno i battenti e si riempiranno e daranno spazio alla Cultura e agli artisti perbene. Avanti tutta Cultura!

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ROMA FF15 Festa del cinema 2020 (3 ° parte e un’intervista)

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Introduzionei corti di ‘Alice nella città’
È il mio ultimo giorno romano, ahimè, e concludo la mia settimana con la selezione dei migliori corti di ‘Alice nella città’, (..)

I corti che ho potuto ammirare sono stati cinque, tutti interessanti e con un impegno che era tangibile, ognuno verso una direzione specifica: dal primo incentrato sul tema oggi di estesa sensibilità riassunto nelle parole ‘diversity and inclusion’ a quello sulla ‘rivolta’ degli anziani che, dal secondo piano nel quale la società li ha forzatamente posti, passano in primissimo piano; dal corto ambientato in pieno nazismo, un film perfetto tecnico-stilisticamente, al corto incentrato sulla storia di un vecchio uomo povero la cui unica fonte di sostentamento è data dalla vendita di cassette, per frutta e verdura, portate a mano (..) Su ‘Néo Kosmo’ mi sono dilungata un po’ di più a fine articolo. Complessivamente complimenti a tutti i cineasti.

ADELMO TOGLIANI, introduzione e intervista

Attore (http://www.adelmotogliani.com/#reel ), regista e fondatore, con LAURA BERETTA, della casa di produzione audiovisiva SANTA PONSA FILM; il loro ultimo corto è ‘NÉO KOSMO’.

Adelmo è figlio d’arte. (..) Nel 1995, il nostro intervistato ha girato, in un ruolo protagonista, un film per il cinema: era la prima volta, aveva 20 anni. (..) Adelmo Togliani non sembra avere mai perso di vista il teatro, il che aumenta la mia stima nei suoi confronti, pur lavorando tanto con il video, per il cinema o la televisione, incluse le sue regie di videoclip, documentari, backstage, corti e mediometraggi. L’ultimo film che ha interpretato risale al 2017: ‘La sabbia negli occhi’: https://alessandrabasileattrice.com/wp-content/uploads/2018/05/tr11social_basile.pdf 

Segue l’intervista a Adelmo Togliani per parlare di ‘Néo Kósmo’, Santa Ponsa Film e altri progetti. Partecipa all’intervista Laura Beretta, produttrice e partner in crime.

Roma. Intervista effettuata il 20 ottobre 2020.

La trilogia di Togliani: (forse) una serie antologica per i tanti temi fantascientifici

Basile: Mi hai detto, Adelmo, che ‘Néo Kosmo’ fa parte di una trilogia di cui è il secondo anello. Ma la prima domanda è: con chi hai scritto i tre corti?

Adelmo Togliani: Sia ‘La Macchina Umana’ che ‘Néo Kosmo’ li ho scritti io e li ho prodotti con Laura Beretta. Con Simone Siragusano ho condiviso la regia del primo, mentre ho diretto da solo ‘Néo Kosmo’, che ho anche scritto. In questo ultimo anno ho iniziato una proficua collaborazione con lo sceneggiatore Gianni Quinto, che è anche un amico. Insieme abbiamo sviluppato il soggetto di serie e il lungometraggio che derivano dal corto ‘Néo Kosmo’ e un terzo corto di genere sci-fi dal titolo ‘Il patto col diavolo’. E saranno tutti prodotti da Santa Ponsa Film, la produzione che Laura ed io abbiamo costituito assieme.

(..)

Basile: Parlando di trilogia e visto che si tratta di tre corti o episodi, mi riassumi, Adelmo, i temi dei primi due, ‘La macchina umana’ e ‘Néo Kosmo’? il terzo come si chiamerà?

Adelmo Togliani: Nel primo, sostanzialmente il robot non è interessato a sostituirsi all’uomo, (..) Nel secondo, il robot ha delle opportunità per rendersi indipendente dall’uomo e, invece, si rivela più umano degli umani, (..)

Basile: Sintetizzando i primi due: ‘il robot e l’uomo, nessun sostituto’, ‘il robot e l’uomo, chi è più umano?’. Adelmo, come mai questa scelta della trilogia?

Adelmo Togliani: Perché i temi della fantascienza meritano tanto spazio. Non abbiamo la possibilità oggi di mettere insieme un lungometraggio, anche se potrebbe accadere a breve perché abbiamo già scritto il soggetto. L’idea è quella di espandere ‘Néo Kosmo’. (..) Io ho immaginato un mondo quasi totalmente virtuale nel quale, indossando un casco, ci si immerge per lavorare, incontrare gente, fare riunioni e così via; in questo mondo a parte, i bambini troppo piccoli non ci sono, perché mettere loro un casco sarebbe poco etico ma soprattutto poco pratico, se lo toglierebbero subito. Dunque, restano fuori, ma, se tutti gli uomini indossano il casco e vivono al di là del reale, chi si occupa dei piccolissimi esseri che gattonano a terra o peggio sono ancora nelle culle? I robot. Invito così ad una riflessione.

Basile: Mi puoi approfondire il concetto, rapportato ad oggi?

Adelmo Togliani: Oggi siamo già tutti sul cellulare costantemente, con il collo piegato sullo schermo. La realtà virtuale non è qualcosa che ho inventato io, no? (..)

Basile: L’immagine del bimbo che si leva il casco e torna alla realtà vera mi ha rimandato a quella di ciascuno di noi quando finalmente si strapperà l’odiata mascherina anti-Covid19.

Adelmo Togliani: Certamente. Noi siamo comunque degli esseri sociali. (..) io voglio abbracciare i miei genitori e ora non posso: io e i miei genitori indossiamo la mascherina. I genitori di ‘Néo Kosmo’, però, sono assenti: potrebbero togliersi il casco e non lo fanno.

(..)

‘il patto col diavolo’, il terzo anello della trilogia

Basile: Parliamo ora del terzo anello della tua/vostra trilogia sul fantascientifico.

Adelmo Togliani: Dirò subito che Laura (Beretta) ha dato un ottimo contributo, essenziale, al numero 3, appunto ‘Il patto col diavolo’, il cui concetto principe sta nel perfezionamento delle nostre parti fisiche e meccaniche con memorie di supporto aggiuntive, con artifizi. Stiamo parlando di trasumanesimo (..) Altro aspetto dei tempi odierni legato alla rete: i social. Sui social la gente cerca sempre di sembrare migliore di com’è realmente (..)

(..)

Basile: Per capirci, ‘Il patto col diavolo’ potrebbe essere un buon terzo episodio nel discorso serie antologica o potrebbe essere un terzo cortometraggio, cioè non avete sicurezze in merito. Il sottotitolo di questo potrebbe essere ‘Il robot e l’uomo, a rischio di schiavitù’.

Laura Beretta: ‘Il patto col diavolo’ è un soggetto con un impianto narrativo che si presta effettivamente a più formati e poi dipende dal feedback di broadcaster e distribuzione.

Nei prossimi giorni l’ultima parte dell’articolo

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ROMA FF15 Festa del cinema 2020 (2° parte)

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LE MIE RECENSIONI sugli 11 film che ho visto a Roma, FF15

Continuano le mie recensioni. Nell’ ordine di proiezione che ho seguito alla Festa del Cinema.

Il film vincitore del premio del pubblico è stato ‘été 85’ del francese François Ozon, assente alla manifestazione, come, altro personaggio atteso, Francesco Totti. Il mio film numero uno? Due: ‘Mi chiamo Francesco Totti’, di cuore e provenienza, e ‘Supernova’, con un duo magistrale.

Le mie recensioni: NADIA, BUTTERFLY
Nadia è una giovane poco più che ventenne, pronta a lasciare la carriera da nuotatrice, sport nel quale si è distinta per l’eccellenza nello stile della farfalla, con cui gareggia anche a Tokyo 2020, insieme alle sue tre compagne, vincendo la medaglia di bronzo per il Canada. Le altre tre ragazze sono esperte, almeno nell’importante gara finale, di altrettanti stili, dalla rana a quello libero. (..) La sera della vittoria, dopo una riunione fra le quattro, Nadia e la sua migliore amica vanno a ballare in una discoteca, dove bevono forse un po’ troppo e conoscono dei loro coetanei, provenienti dall’Italia e dal Libano. Il resto è immaginabile. Il giorno dopo la bravata, mentre l’amica è su di giri e pronta alla puntata radio dove le rappresentanti del Canada alle olimpiadi per la categoria nuoto sono invitate proprio per la celebratissima vittoria, Nadia vomita più volte e, in verità, è lontanissima dal superare il dispiacere e la paura di abbandonare lo sport della sua vita fino a quel momento. È chiaro che chi dedica la propria esistenza a un’attività agonistica, necessariamente da quando è ragazzino/a, fa poi molta fatica a mettere piede nel resto della vita reale con decisioni autonome (..) la protagonista è la campionessa di nuoto canadese Katerine Savard. Voto: 6/7. SELEZIONE ‘ALICE NELLA CITTA’

Le mie recensioni: PALMSPRINGS
Film surreale, che usa ‘cose già viste’: il rivivere lo stesso giorno ripetutamente, l’avere un potere di cui si arriva a essere consci con fatica ma di cui gli altri non sanno, ciò che spinge il personaggio protagonista dell’incantesimo o simile a sentirsi emarginato e trattato come fosse un matto, e il matrimonio americano con tutte le sue peculiarità messe in ridicolo grazie all’apparenza soffiata via dalla sostanza, perché la coppia di neo sposi è in verità costituita da un marito già fedifrago. (..) onestamente, non mi ha presa, non mi ha convinta. (..) forse non è il mio genere di film. Di sicuro distrae (..) Voto: 7, (..) ma, per mio gusto, 6,5. SELEZIONE UFFICIALE

Le mie recensioni: SUL PIU’ BELLO
Nei primi dieci minuti l’avrei quasi bocciato. Ma poi di questo film mi sono innamorata, perché la storia è scritta benissimo, gli attori sono bravi e molto ben diretti, il tema è difficile ma trattato così delicatamente da applaudire solo per quello. (..) nonostante che si tratti per la regista, Alice Filippi, di un’opera prima, complimenti! (..) con leggiadria intelligente e misurata, viene raccontata la vita di una ragazza affetta da una sindrome degenerativa in un momento della malattia critico. La ragazza accetta la sua difficile situazione in qualche modo, amata e sostenuta dai suoi due stravaganti amici, una lesbica e il gay con cui la stessa vuole fare un figlio. Quando la giovane protagonista s’infatua del bello della zona decide che farà di tutto per conquistarlo, sfruttando al massimo i suoi ultimi mesi di vita. (..) Voto: 8. SELEZIONE ALICE NELLA CITTA’

Le mie recensioni: FORTUNA
La storia cui il film si ispira è ahimè vera. Fortuna Loffredo di appena 6 anni fu buttata giù dal palazzo dove viveva da un vicino di casa che aveva abusato di lei e di altri bambini coetanei. Stando al film, Fortuna fu spinta giù dal terrazzo condominiale, un anno dopo la morte in modo simile di un altro bambino il cui caso era stato archiviato come ‘incidente domestico’. Ciò che poi era venuto fuori dalle indagini, a quel punto riavviate anche per il bambino, è obbrobrioso: un uomo del palazzo aveva violentato i piccoli abitanti degli appartamenti attigui a quello in cui stava, dopo averlo fatto con i figli della sua convivente primissime vittime di questo orco. Un gigante, così lo vedono i bimbi nel film, un gigante cattivo. (..) L’obiettivo e la tecnica del film mirano a fare entrare il pubblico negli occhi e nella mente di un bambino, (..). Tuttavia, a mio parere, non funziona. Il tentativo è degno di nota e originale. Forse avrei svelato qualcosa prima (..) La storia cui ‘Fortuna’ si ispira è vera e davanti a un fatto tanto grave il cinema che informa e fa aprire gli occhi va premiato. Anche solo per questo motivo, bravi Gerlormini e Virgili! E allora il mio voto è 7 pieno. SELEZIONE UFFICIALE

Le mie recensioni: LA LEGGE DEL TERREMOTO
Alessandro Preziosi dirige un documentario sul terremoto che avvenne in Irpinia quando aveva appena 8 anni e la sua vita, come lui stesso a mezzo voice over dice nel film, cambiò in pochi secondi, costringendolo ad abbandonare e modificare le sue abitudini, cosa affatto facile. Morte e distruzione, una città fantasma in pochi minuti, urla dal sottosuolo e qualche corpo ancora vivo estratto dalla terra, inclusa una bambina, come se questa fosse stata generata dalla terra stessa. Ecco buona parte di ciò che ‘La legge del terremoto’ racconta (..) Preziosi ripercorre in macchina e a piedi la zona terremotata raccontata nel film, ossia il Belice, colpito nel 1968, e il Friuli, Assisi, L’Aquila, Amatrice duramente scossi anni dopo. Documenti d’archivio meravigliosi (Archivio Luce, Teche Rai) e testimonianze ben scelte (..) Ho apprezzato davvero la scelta del tema e la regia di Preziosi (..). Voto: 8. NESSUNA SELEZIONE

Le mie recensioni: AMMONITE
‘Ammonite’ è l’ultimo film interpretato dalla grande Kate Winslet. Accanto all’attrice, la candidata all’Oscar Saoirse Ronan. Entrambe bravissime. Ma il film non ‘arriva’ (..). Il film biografico è incentrato sulla vita della paleontologa britannica Miss Anning, la cui attività consisteva nella raccolta di fossili e la cui fama era dovuta ai ritrovamenti di alcuni fossili marini dell’epoca giurassica (..) La regia? Discutibile. Il film inizia e prosegue nel nome della poesia, trattando con enorme delicatezza il tema allora, prima metà del 1800, assai critico dell’omosessualità in Gran Bretagna, nel piccolo paese di Lyme Regis nella contea del Dorset, (..) ‘Ammonite’ si sofferma con grande rispetto sui dettagli, sugli accenni, su un occhio velato o una guancia che si fa più rosea d’improvviso (..) Però una scena totalmente fuori luogo, volgare e inutile, nonché di rottura rispetto al resto e degna di un altro tipo di cinema, distrugge lo sforzo che ho appena descritto e che senz’altro va ammirato. (..) . Voto: 6,5.

Nella prossima uscita, la terza parte. Due parole sui corti in concorso nella sezione ‘Alice nella città’ della Festa del cinema di Roma e una interessante intervista con il regista di uno di essi, Adelmo Togliani, e con la produttrice Laura Beretta sui loro progetti presenti e futuri.

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ROMA FF15 Festa del cinema 2020 (1° parte)

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Roma come Venezia (..) si fa avanti con una coraggiosa Festa del Cinema, nonostante e in lotta contro il Covid19, tenuto a bada grazie a un grosso sforzo organizzativo. (..) guardare uno schermo o un palco per un paio d’ore, stando distanti lateralmente, con uno spazio fronte a sé, sempre con la mascherina indosso, senza parlare, il tutto dopo aver provato la febbre e, come in alcuni spazi, stando seduti laddove vi è un particolare sistema di areazione, NON è rischioso (..) Sì, io ho fiducia nella scienza. Ho rispetto per chi ha sofferto e soffre a causa del Covid19 che temo moltissimo, ma non demonizzo la Cultura perché ci può salvare, aiutando la salute psicologica collettiva (..) Ora veniamo all’Auditorium di Renzo Piano e ai film di Roma FF15.

Ricordo che la Festa del Cinema così si chiama per differenziarsi dai festival cinematografici e l’unico riconoscimento arriva al titolo scelto dal pubblico che vota le proiezioni viste. (..)

(..)

Come tutti gli anni, la sezione ‘Alice nella città’ è un vero e proprio festival cui concorrono le giovani generazioni di cineasti (..)

(..)

LE MIE RECENSIONI sugli 11 film che ho visto a Roma, FF15. In ordine di proiezione.

Le mie recensioni: STRAY di Elizabeth Lo
Non i quadrupedi raffinati che partecipano ai concorsi dedicati, ma quelli più ‘tosti’ che trascorrono la propria esistenza per strada, che devono sopravvivere nel senso vero del termine, che trovano chi li accarezza e chi li maltratta, sono i fantastici, non esagero, protagonisti di questo particolare e originale film documentario della regista cinese. Sono gli ‘stray’, cioè i randagi, (..) lo spettatore, grazie a delle inquadrature dal basso verso l’alto, osserva cose, eventi e persone attraverso gli occhi dei quattro zampe protagonisti, (..) Zeytin, Nazar and Kartal sono credibilissimi. Un’altra particolarità sono nel corso del film alcune citazioni inerenti la razza canina enunciate da celebri filosofi dell’antica Grecia. (..) Voto: 7/8. SELEZIONE ‘ALICE NELLA CITTA’ ’

Le mie recensioni: IO STO BENE di Renato Rotunno
Il protagonista è l’anziano e bravissimo Renato Carpentieri, le cui capacità interpretativa e intensità mettono in ombra la oggi nota Serraiocchi, (..) l’attore agé – chiaramente di teatro e, a scanso di equivoci, ciò è in accezione più che positiva – regge tutto il film di Rotunno. (..) Nel tempo presente del film è il personaggio di Sara che vive da migrante in Lussemburgo, dove è giunta per cercare fortuna come vj e qui scontrandosi con una realtà molto dura ed escludente, fino a quando incontra Spinelli che, invece, la capisce, avendo vissuto quella stessa esperienza così tanto tempo prima. (..) Di nota la regia e la fotografia (..) Ciò che manca sta nella sceneggiatura ed è una maggiore profondità relativamente alle vite e all’anima dei personaggi, (..) Un film ricco di spunti, begli spunti (..) Voto: 7.

(..)

Le mie recensioni: SUPERNOVA di Harry MacQueen
Straordinari! Una coppia professionale di pezzi da novanta! Due artisti doc, due Attori di talento altissimo che sanno con grande umiltà e vera empatia per i loro personaggi rendere questi ultimi con una delicatezza impressionante. Due nomi: Colin Firth e Stanley Tucci. (..) Due attori così si spartiscono lunghi dialoghi intensi e una sceneggiatura delicata e potente, (..) 9. Questo il mio voto a ‘Supernova’ e 10 e lode a ciascuno degli interpreti (..) Come gestire, da vittima e nei panni di chi se ne prende cura, l’avanzare di una malattia, l’Alzheimer, che rende la persona colpita un ‘involucro vuoto’ incapace di riconoscere chi le vuole bene?

Le mie recensioni: STARDUST di Gabriel Range
David Bowie agli esordi. Il film interpretato dal cantante e musicista Johnny Flynn (..) tratta della difficoltà notevole riservata a ‘the thin white Duke’, dovuta al suo modo di abbigliarsi e presentarsi, di camminare e… di truccarsi, insomma alla sua femminilità sbattuta in faccia all’America puritana focalizzata sul rock (..) Bowie puntava a un modo di fare musica che avrebbe trovato giusto riscontro nell’allora futuro, così gli diceva l’ufficio stampa della casa discografica Mercury (interpretato nel film davvero molto bene dall’attore Marc Maron), (..) L’attore che, in questo film, ne veste gli eccentrici panni e ne riproduce le movenze è bravo nell’aver reso il personaggio come impatto esterno, (..) Tuttavia, non riesce ad andare al substrato più profondo del personaggio, (..) Dietro alla parvenza tanto criticata di Ziggy c’erano il dolore e l’insicurezza legati alla reclusione in un manicomio del fratello. (..) Se Bowie non è più su questa terra, la sua musica sì e continua a essere apprezzata. Voto: 7.

Le mie recensioni: MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex Infascelli
10 e lode! Sì di cuore. (..) è un prodotto ricco di italianità, di romanità, di sport sano, di sogno, quello di un bambino la cui prima parola è stata ‘palla’, (..) il cui appoggio più grande è nato e restato in famiglia, soprattutto da parte dell’amata mamma. Il film è stato realizzato con un montaggio che coinvolge tifosi e non e interpretato, come voice over sulle immagini di repertorio che scorrevano, da un bravo, bravissimo, Francesco Totti, molto simpatico. (..) Totti e i suoi goal hanno significato un’epoca che non torna. (..) Lo sport unisce e le persone, hanno bisogno di sentirsi uniti in un’unica causa. Totti è stato anche questo. Il mio voto reale al film sarebbe 7,5, ma, con il mio cuore di italiana e romana, io dò convinta 10elode!

Nei prossimi giorni la seconda parte di “ROMA FF15 Festa del cinema 2020”

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Terra di Siena Film Festival – 2020 (2° parte)

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Proseguono le mie interviste al festival senese del cinema italiano e internazionale

Francesco Ranieri Martinotti – Il fondatore del festival italiano dedicato al cinema francese
Francesco Ranieri Martinotti è un regista e qui soprattutto il direttore artistico e fondatore del festival fiorentino dedicato al cinema francese. È anche produttore e sceneggiatore.

Basile: Francesco, (..) alla serata di premiazione del 3/10 hai ricevuto un bel riconoscimento.

Francesco Ranieri Martinotti: Sì, mi hanno premiato per la direzione artistica di FRANCE ODEON, il festival di cinema francese a Firenze, giunto alla sua XI edizione. 29/10-1/11 (..)

Vincent Riotta – l’attore della serie tv ‘Il capo dei capi’ e ne’ ‘I due Papi’ con Hopkins
L’attore Vincent Riotta ha una lunga lista di ruoli interpretati nella sua carriera, in tv e al cinema. In Italia è famoso per la serie tv ‘Il capo dei capi’, nei panni di Tommaso Buscetta (..)

Basile: Vincent hai interpretato tantissimi ruoli. Ho letto che, cinema a parte, hai fatto e continui a fare molto teatro. (..) he mi dici del film con Sir Anthony Hopkins, ‘I due Papi’?

Vincent Riotta: (..) Sì ‘IL Calapranzi’ è uno spettacolo bellissimo, l’ho diretto parecchio tempo fa. Hopkins è una persona speciale, mandava messaggi anche a mia figlia.

Basile: Dicono che il suo metodo per affrontare un copione sia, non quello di memorizzarlo, ma di leggero un centinaio di volte, è vero?

Vincent Riotta: Sì è vero! Me l’ha detto proprio lui. (..)

(..)

Andrea Roncato – l’attore del duo comico Gigi e Andrea e di tanti film di Natale
Andrea Roncato agli esordi, di cui leggo nel web, mi ricorda me.‘Laureato all’Università di Bologna in giurisprudenza, ha conseguito l’esame di licenza di solfeggio al Conservatorio e ha partecipato a vari corsi di recitazione, sia in Italia sia negli Stati Uniti.’. (..) il caratterista dei film di Natale, l’appuntato nella fiction ‘Carabinieri’ e l’Andrea del duo Gigi e Andrea (..)

Basile: Complimenti per il premio alla carriera e per il tuo speech sul palco, (..)

Andrea Roncato: Sono riconoscimenti importanti per chi fa questo mestiere da 40 anni. (..)

(..)

Basile: Una carriera ricca anche nel presente futuro. Complimenti!

(..)

Andrea Roncato: Secondo me chi ha la volontà e ama il proprio (..) verrà ricompensato.

Gianluca Seguso – Discendente di un’antica famiglia di vetrai di Murano
Gianluca Seguso appartiene a una delle famiglie di vetrai più antica di Murano e le cui creazioni sono presenti anche al MoMA e al Victoria and Albert Museum. (..)

Basile: Gianluca ciao! Siamo a tavola insieme, l’una di fronte all’altro. Parliamo di Seguso?

Gianluca Seguso: Sì. La nostra è una famiglia con una tradizione secolare. La data storica risale al 3 maggio 1327 e sono ad oggi 23 generazioni. (..) oltre un decennio fa è nato il ‘Seguso Award’, diventando una consuetudine. Quest’anno a Venezia è stata una novità.

Basile: Qual è stata la premiazione più emozionante per te con il ‘Seguso Award’?

Gianluca Seguso: Forse è scontato, ma senz’altro quella a Cate Blanchett.

(..)

Serra Yilmaz – L’attrice nota in Italia per i film di Ozpetek
Serra Yilmaz è un’attrice turca che tutti ricordiamo in Italia per le ottime interpretazioni nei film dell’amico Ferzan Ozpetek, a cominciare dall’indimenticabile ‘Le fate ignoranti’, 2001.

Basile: Serra, anzitutto complimenti per tutti i film girati con Ferzan Ozpetek, la ricordo benissimo. (..) Com’è iniziata la sua carriera di attrice?

Serra Yilmaz: I miei esordi in verità sono teatrali e risalgono al 1977 in Turchia,(..)

Basile: Vuole condividere un suo pensiero rispetto alla situazione che stiamo vivendo?

Serra Yilmaz: Sì vorrei far constatare quanta indifferenza c’è verso la Cultura. (..)

Basile: A proposito di teatro, non lo dimentichiamo vero?

Serra Yilmaz: (..) sono importanti entrambi, teatro e cinema.

Recensione film – Anne Rosenberg di M. Moscatelli
Il film, girato in francese, salvo qualche rara battuta nella nostra lingua di Claudia Gerini, è l’opera prima del regista italiano Michele Moscatelli (..) La storia, scritta da André Delauré, è ispirata a un fatto vero. Una donna, italiana naturalizzata francese e madre di due figli, viene convocata in un ufficio di polizia per una questione legale che la vede implicata, però di che cosa si tratti la protagonista lo scoprirà rispondendo, prima in tranquillità poi con una crescente paura di trovarsi in una situazione minacciosa e torbida, alle molteplici domande, alcune ripetute ossessivamente, del viscido commissario. (..) Il finale è scoperto e il motivo è una denuncia forte contro le ingiustizie specie laddove bisognerebbe sentirsi ed essere protetti. L’idea è ottima ed efficace, ma il testo è troppo ricco di ‘deviazioni’ (..), infine la regia, essendo un’opera prima per Moscatelli, è da incoraggiare, però, secondo me, è un po’ acerba ancora. (..) Un plauso forte però va alla coraggiosa Claudia per avere recitato, con il supporto di un accent coach, per tutto il film in francese, brava! Voto al film: 7.

FILM IN CONCORSO – Premi al Terra di Siena film festival alla migliore attrice e al migliore attore internazionale, rispettivamente a Gerini e Favre, oltre al ‘Seguso Award’ per il film.

(..)

Conclusione
Siena, come Venezia prima e Roma poi, è stato un festival in presenza. Sottolineo il coraggio di chi l’ha voluto anche quest’anno, nel rispetto di tutte le necessarie misure precauzionali data la situazione di emergenza che viviamo, dal vivo, perché (..) la piccola e affascinante Siena impegnata nel cinema non poteva espandersi o geograficamente diversificarsi più di tanto. (..) Che lo Stato, il governo, chi sia laddove si decide del Paese, intervengano per salvare la Cultura, i Teatri, Cinema, Musei e la Scuola naturalmente, ciò che eleva un popolo.

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Terra di Siena Film Festival – 2020 (1° parte)

Tutto l’articolo: http://www.traders-mag.it/terra-siena-film-festival-2020-prima-parte/

Dopo Venezia e prima di Roma, c’è lei: Siena. (..) Per me è stata la prima volta (..)

Ufficio stampa: Grazia Zuccarini, sempre professionalmente brava e accurata.

Il festival senese è iniziato il 29 settembre e terminato con la premiazione sabato 4 ottobre sera. Con l’amico Fabrizio e l’Ufficio Stampa Grazia e con Valentina Castellani Quinn, mi sono goduta i due giorni finali della rassegna e la splendida città che l’ha accolta. (..)

Hanno partecipato all’edizione 2020, la 24° del festival, 12 film italiani, 7 film internazionali, 5 documentari, 21 cortometraggi e ci sono stati 3 eventi speciali e 4 proiezioni speciali. Molti i premiati sul palco, tra i quali: (..) il compositore Andrea Guerra (figlio di Tonino Guerra), lo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta, l’attore Andrea Roncato, l’attrice Claudia Gerini, l’attore Giorgio Pasotti, il regista Antonio Pisu. Premiato, ma assente, l’attore Franco Nero.

Le mie INTERVISTE a cominciare dalla Direttrice alle Relazioni Internazionali del Terra di Siena: Valentina Castellani-Quinn presidente di Quinn Studios Entertainment

Basile: Alla guida della direzione delle relazioni internazionali del Terra di Siena c’è Valentina Castellani-Quinn. Noi ci eravamo incontrate a Venezia.

Valentina Castellani-Quinn: Sì. Come Direttore alle relazioni internazionali sono contenta che in questa edizione abbiamo visto i risultati di due anni di lavoro, infatti questo festival ha visto molto unito il mondo artistico, da Hollywood all’Inghilterra alla Francia, e, sullo stile del Sundance, ha portato lungometraggi, corti, workshop, realtà attuali. Le tematiche dei film sono state diverse. L’idea è di riunire i film degli ‘unknown’ con quelli dei cineasti più conosciuti. Questo è l’obiettivo che abbiamo io e Maria Pia (Corbelli),(..) presso il Teatro dei Rinnovati che si trova nell’ampia piazza del Campo dove si tiene il Palio.

Le mie INTERVISTE seguono in ordine alfabetico.

Christophe Favre – L’attore che ha recitato con grandi artisti francesi e con la Gerini

L’intervista si è svolta in lingua inglese la trovate qui tradotta.

Christophe Favre è un attore francese che si è guadagnato una certa notorietà nazionale e con il quale ho avuto il piacere di pranzare a Siena il giorno della sua premiazione serale. Tra i grandi al cui fianco ha vestito dei ruoli: Carole Bouquet, Dany Boon, Gérard Depardieu.

Basile: Come è iniziato questo lavoro? Conoscevi già le persone con cui hai lavorato? (..)

Christophe Favre: Lo scorso ottobre sono stato chiamato da Michele Moscatelli (regista). Claudia Gerini è una bravissima attrice e anche una splendida persona. (..)

(..)

Basile: Mi racconti qualcosa di divertente o simpatico che è successo durante le riprese?

Christophe Favre: (..)Dicevo: un po’ di pasta con la mia pasta, perché non ne ho abbastanza.

(..)

Basile: Christophe, grazie mille per il tuo tempo. Ora andiamo a mangiare… la pasta!

Eravamo fuori da un ristorante senese con amici all’interno. La specialità del posto? Pasta!

Claudia Gerini – L’attrice ‘nata’ con Verdone e ora impegnata in tre film e ruoli diversi

Presentarla in poche righe non si può. Basti pensare che il suo debutto nello spettacolo risale a quando aveva appena tredici anni, vincendo un concorso di bellezza (..)

Basile: Innanzitutto complimenti per i due premi vinti stasera! A proposito eri a Venezia 77 con un terzo film, oltre i due con cui sei qui al Terra di Siena film festival. Me ne parli?

Claudia Gerini: Si tratta di un docufilm su Alda Merini che andrà su Rai 3 il 5 ottobre.(..)

(..)

Basile: (..) Grazie al film con Verdone ha inizio la tua notorietà, com’è lavorare con lui?

Claudia Gerini: ‘Viaggi di nozze’! (www.youtube.com/watch?v=-9Ceajnzj4w ) Certo. Beh io e Carlo siamo una coppia di fatto. Ci amiamo e io lo seguo da quando ero bambina. (..)

Andrea Guerra – Il compositore di tanti successi al cinema e presidente di giuria

Andrea Guerra è un compositore noto per avere musicato diversi film di successo, (..)

Basile: Sei il presidente di giuria al Terra di Siena film festival. Due parole sulla tua carriera.

Andrea Guerra: E’ stato divertente farlo. Quanto alla mia carriera di compositore, ho iniziato presto per pura passione che continua a esserci. Sto lavorando a 2 colonne sonore.

Basile: Concludiamo con un pensiero rispetto alla situazione attuale Andrea?

Andrea Guerra: Un piccolo lockdown con la mascherina per tutti evita un grande lockdown

Francesco Mitrano – Il fondatore del Monte Carlo Polo Club e la bella Tenuta di San Giusto

Francesco Mitrano ha fondato il Monte Carlo Polo Club (..)

Basile: Francesco, tu appartieni al mondo dello sport non dello spettacolo.

Francesco Mitrano: Sì ma ritengo che spesso spettacolo e sport si combinino bene insieme.

Basile: Francesco, tu hai una splendida Tenuta nel Chianti. Me ne parli?

Francesco Mitrano: È una struttura ricettiva, location adatta a shooting e a eventi di livello.

Gianni Quaranta – Lo scenografo che ottenne l’Oscar con ‘Camera con vista’

Gianni Quaranta è uno scenografo di fama mondiale specie da quando vinse l’Oscar, con Brian Ackland-Snow, Brian Savegar e Elio Altamura, per la migliore scenografia con il film del 1985 ‘Camera con vista’, diretto da James Ivory e interpretato da Daniel Day Lewis, (..)

Basile: Buonasera. Complimenti per il premio alla carriera e per lo speech sul palco. (..)

Gianni Quaranta: Sono stato molto felice di avere ricevuto questo premio, perché è un segno che la mia carriera professionale è servita, il pubblico ha visto i miei film.(..) Al Metropolitan di New York c’è una mia Aida da ben 32 anni, è un fatto unico.

(..)

Lo scenografo, cortese e umile come chi è grande davvero, riporta un pensiero comune nel mondo artistico ed è la forte preoccupazione innanzitutto per gli operatori del settore come macchinisti, elettricisti, attrezzisti, pittori, falegnami, runner, costruttori e altri.

Seguiranno le interviste (in ordine alfabetico) a Francesco Ranieri Martinotti, Vincent Riotta, Andrea Roncato, Gianluca Seguso, Serra Yilmaz e la recensione di ‘Anna Rosenberg’.

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Intervista a Stefano Gallini-Durante, Produttore e Fondatore del R.I.F.F. Riviera International Film Festival

Tutta l’intervista: http://www.traders-mag.it/intervista-stefano-gallini-produttore-fondatore-riff/

Milano. Intervista telefonica. 9 settembre 2020.

Introduzione
(..) Dopo 3 anni intervisto nuovamente il produttore cinematografico italiano Stefano Gallini-Durante, focalizzandomi sul R.I.F.F. il Riviera International Film Festival.

Stefano, che risiede all’estero complessivamente da quasi trent’anni, vive a Los Angeles da ventisei e da quattro ha ideato, creato e avviato, un festival cinematografico in terra ligure, a Sestri Levante. L’ultima edizione, che per lo più è stata digital, si è tenuta in agosto (..)

(..)

Basile: Parliamo del R.I.F.F. a Sestri Levante www.rivierafilm.org/.

Stefano Gallini-Durante: Sì e sono rimasto positivamente sorpreso. Questa quarta edizione che è stata, per noti motivi, digitale ha consolidato un pubblico già affezionato e attirato un altro lontano logisticamente che, grazie al web, si è collegato ed è stato numeroso.

Basile: La sfida digital è stata vinta, da quanto ho letto.

(..)

Basile: No distribuzione italiana e no ultratrentacinquenni. Qual è una caratteristica particolarmente appealing del tuo festival? Per invogliare chi fa cinema a parteciparvi?

Stefano Gallini-Durante: Un giornalista presente alla scorsa edizione ha definito il festival come ‘una piccola realtà che va presa seriamente’. Ecco la parte attraente del mio festival. (..) Noi ci siamo ispirati al celebre Sundance film festival e al Telluride film festival.

(..)

Basile: Come vengono selezionati i film che vengono poi inseriti nella vostra competition?

Stefano Gallini-Durante: Sì, a volte è l’argomento, il soggetto, che ci colpisce. Oppure può essere un prodotto su un tema, come il ruscello sotto casa tua, la cui resa filmica ci colpisce. Questi i criteri per scegliere i documentari che concorreranno. Quanto ai film, essi altro non sono che il frutto delle dure selezioni da noi effettuate sui tantissimi che ci vengono proposti durante l’anno, iniziando con una scrematura fra over-35 e under-35 ad opera del nostro programmatore Massimo Santimone, che fa una preselezione delle submissions, arrivano tutte a lui. Insieme, lui e io, ci guardiamo poi decine di film. I 10 rimasti entrano in concorso.

Basile: Siete dunque voi due, Santimone e tu, a fare la selezione, anche finale, nessun altro.

Stefano Gallini-Durante: Sì. Arriviamo a selezionare solo dieci film e cinque documentari per il concorso. Inoltre il nostro festival, come il Telluride, è a invito. Il motivo è che li curiamo, invitando i filmmakers coinvolti, non solo ospitandoli al festival e garantendo loro un hotel, ma anche pagando la trasferta, perché ci sono persone, registi, che non potrebbero permettersi p.e. un volo dall’Argentina. Noi vogliamo che chi è selezionato da noi già si consideri un vincitore. Proprio come al Telluride, (..)

Basile: Oltre ai competitors, immagino che scegliate con cura le giurie del R.I.F.F. (..).

Stefano Gallini-Durante: Sì. Il livello della giuria è altissimo, fin dall’edizione del 2017. Ne fanno parte vincitori di oscar, produttori, registi, e così via, e si allinea al tipo di giuria che si potrebbe vedere a un Sundance. I nostri giurati sono delle star nel loro settore. Il presidente di giuria dell’anno scorso era J. Miles Dale (https://en.wikipedia.org/wiki/J._Miles_Dale ), ossia il produttore del magnifico ‘La forma dell’acqua’ di Guillermo Del Toro.

(..)

Basile: Avete premiato alla carriera Claudia Gerini, che non sono riuscita a intervistare (..)

Stefano Gallini-Durante: (..) Claudia ha dato prova di una sua grande generosità, perché, pur con il tempaccio del 29 agosto, è venuta, è stata con noi e ha parlato con i filmmakers.

produttore. una serie tv scritta da un’italiana e comprata dagli americani.

Basile: I tuoi progetti al di là del Riviera International Film Festival? Ti va di raccontarmi?

Stefano Gallini-Durante: Ho venduto agli americani una serie televisiva che forse gireremo nel 2021, scritta da Ludovica Rampoldi, la sceneggiatrice di ‘Gomorra’. (..) L’ho proposta agli americani, ma ti dirò non è stato facile, perché, nonostante la loro politica di correctness, sono restii a scegliere una donna per scrivere di mafia; (..)

Basile: Le donne sono (troppo spesso ancora) una sorta di minority, che assurdità. L’idea della serie, però, è piaciuta, perché l’hanno comprata. Qual è il soggetto, di che tratta?

Stefano Gallini-Durante: Sì, agli americani è piaciuta all’istante. La storia è ambientata nei primi del 900 a New York con un focus su criminalità e immigrazione. Avevo comprato i diritti anni fa per realizzare questo progetto, che, quindi, diventerà televisivo. La serie è basata su fatti veri e il progetto ambizioso, ma mi fido anche del talento di Ludovica.

Basile: La certezza della serie è nei diritti comprati, nell’acquisto da parte degli americani della serie e nella presenza di produttore (tu) e sceneggiatrice (Rampoldi). Come funziona?

Stefano Gallini-Durante: Per presentare un film tv non basta un’idea, serve il materiale, come un libro o una sceneggiatura, e un documento che racconti il film o la serie. (..) Il talento di Ludovica è consistito nell’entusiasmare i nostri compratori americani.

Basile: Stefano, come si chiama la serie e chi sono questi acquirenti americani?

Stefano Gallini-Durante: La serie si chiama ‘Mano nera’ ed è stata acquisita dallo studio televisivo indipendente statunitense Wiip (www.screendaily.com/news/the-traitor-co-writer-ludovica-rampoldi-to-adapt-new-york-set-mafia-tale-for-wiip-exclusive/5149252.article).

Basile: Ho letto che la serie, ambientata nel periodo dell’affermazione della Mafia Newyorkese, sarà basata sull’adattamento del romanzo “Mano Nera” di Arrigo Petacco. Avrete solo attori americani o anche italiani fluenti con l’inglese? Tu sei italiano.

Stefano Gallini-Durante: Come produttore, cercherò di facilitare il cast di qualche attore italiano bravo, anche perché più è autentica la serie più avrà successo. Ma chissà se riuscirò.

(..)

Creativita’ meritocratica. ieri sperata, oggi intravista, nel dopo covid reale.

Basile: A proposito di pazienza, una volta pare che Eduardo de Filippo abbia risposto a un attore alle prime armi interessato a conoscere il segreto del successo ‘accattate ‘na seggia! E aspetta’. Ciò detto, io credo che ci siano molto valore e competenza in Italia, ma purtroppo, (..) una certa lentezza (per non dire altro) nell’ aprire la porta a nuovi e sconosciuti.

Stefano Gallini-Durante: A volte non vengono date possibilità ai nuovi di entrare in certi settori. I sistemi non meritocratici devono finire! Io credo fortemente che la crisi prodotta dall’emergenza Covid19 aiuterà a generare nei prossimi 2-3 anni un terremoto nei campi creativi, dai quali le ‘mezze cartucce’ dovranno sparire, lasciando il posto ai nuovi ignoti.

Basile: È un bellissimo pensiero e io ci conto da una vita. Io del resto appartengo al filone di coloro che fanno fatica a entrare in quei settori e si impegnano con costanza sperando in una meritocrazia.

Stefano Gallini-Durante: La crisi è talmente dilagante che le persone di talento disposte a lavorare per certe cifre si devono adeguare a lavorare per cifre minori, spingendo via quest’onda di gente mediocre che altrimenti ostacolerebbe il passaggio ai veri talentuosi. Noi, come festival, supportiamo questo pensiero, tant’è che qui al Riviera, non solo non ci sono preferenze di alcun genere, ma, anzi, più connection politiche hai meno ci vieni(!).

Indietro tutta, salutandoci: origine del Riviera International Film Festival ?

Basile: Un passo a ritroso per concludere: come ti è venuta l’idea del festival, Stefano?

Stefano Gallini-Durante: Io sono fuori dall’Italia dal 1987. Soprattutto a Los Angeles e nel cinema, nella televisione e nei campi creativi, ho accumulato moltissime conoscenze. Mi sono chiesto a un certo punto della mia vita: ‘che posso fare per gli altri? Tengo tutto per me o lo divido con gli altri, ecco l’origine del festival. Poi Sestri Levante è un posto meraviglioso. E, così, mi è venuto in mente cosa fare e dove: portare Hollywood qui in Italia.

Basile: Io te lo auguro, Covid permettendo. Anzi spero di potere essere presente la prossima volta.

Conclusione
Ringrazio Stefano e invito tutti a andare al cinema, a teatro, a sostenere chi non può permettersi di lavorare da casa, come gli attori, gli artisti in genere, i registi, la numerosa manovalanza impiegata per un spettacolo o per un film, quest’ultima la più sofferente nel duro momento che viviamo. Un altro modo è quello di partecipare alle manifestazioni cinematografiche, come il Riviera International Film Festival di Stefano o il Terra di Siena Film Festival o la Festa del Cinema di Roma. O anche come il Festival de la Comédie di Montecarlo (5/10 ottobre, Principato di Monaco; ideato e diretto da Ezio Greggio (..) ‘The show must go on. Il cinema è vivo. Torniamo al cinema’. E a teatro! Buona visione.