In questo numero le recensioni di: Il Sindaco del Rione Sanità, J’Accuse, La vérité
Venezia caput mundi del cinema mondiale in Italia. Proseguiamo con i film.
Altre recensioni, altri film presentati alla scorsa edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia, alcuni in concorso e qualcuno vincitore, alcuni fuori concorso, alcuni del passato, talvolta ‘rinnovati’, come l’angosciante terribilmente cruento ‘Irreversible’(..)
I premiati di questa edizione:
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SELEZIONE UFFICIALE IN CONCORSO, SEZIONE ORIZZONTI, VENEZIA CLASSICI, PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA, VENICE VITUAL REALITY
Le mie RECENSIONI (dei film che ho visto nei primi 4 giorni) in ordine alfabetico:
IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ
L’ultimo film diretto dal noto Martone torna alle origini del regista, a Napoli. Infatti è ispirato alla omonima commedia del grandissimo Eduardo De Filippo. (..) Bravissimo Roberto De Francesco nel ruolo del medico fidelizzato. Francesco Di Leva abilmente veste i panni del Sindaco (..). Il ruolo è difficilissimo in quanto rischia la ripetitività delle intenzioni retrostanti le battute, perciò l’attore non riesce a essere al 100% convincente a mio parere, ma potrebbe avere dovuto seguire delle linee registiche. Ridurre i tempi del film lo avrebbe aiutato, ma ciò detto il mio applauso forte va proprio a lui. E alla musica del film, meravigliosa coprotagonista. Il film non vince il leone d’oro ma è premiato per essere “un’opera di stampo teatrale, valorizzata da una regia che richiama un’atmosfera da palcoscenico e (..) per aver saputo rappresentare, con eleganza e brutalità, una realtà in cui la violenza è una prerogativa dell’ignoranza…”. Leoncino d’oro. Un film da vedere (..)
J’ACCUSE (L’ufficiale e la spia)
Francia, 1894-1906. Tanto durò l’affare Dreyfus, il maggior conflitto politico e sociale della Terza Repubblica iniziato con l’accusa di tradimento con la Germania mossa al comandante alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus. Un uomo e un militare assolutamente innocente. Ma ebreo, cosa che per molti ai tempi era già una condanna. (..) Credo che ripercorrere a grandi linee questa terribile vicenda sia doveroso. Il film – su cui posso esprimere solo un parere tecnico e di contenuto estremamente positivo, applaudendo, non solo il regista e il risultato sul grande schermo, ma anche l’attribuzione del meritatissimo premio – è perfettamente interpretato e diretto, è affascinante proprio perché permette allo spettatore di ripercorrere o prima conoscere una storia vera, ahimè attuale e di impatto ancora oggi, è una forma elevata di cultura, oggi più che mai necessaria. Si dica quel che si voglia sulla persona di Roman Polanski, ma artistico-professionalmente per me è e resta un genio imperdibile. Leone d’argento.
LA VERITE’
Una meravigliosa Catherine Deneuve, insopportabilmente capricciosa, ironicamente agé, sensibilmente in crisi con la carriera la vita gli affetti e spassosamente caratterista, a confronto con un’affascinante seppur consumata Juliette Binoche, razionale e appesantita dal passato in un rapporto conflittuale, caratterizzato da sincero affetto e tuttavia incomprensioni di lontana provenienza e forti divergenze di carattere e stile di vita, con la madre che ora fatica ad accettare il ruolo di nonna, anche per via del ruolo nel film che sta girando. Il regista felice della scelta di Venezia di aprire la 76° Mostra ha detto: “Il film racconta una piccola storia di famiglia che si sviluppa principalmente in una casa. (..) Con ‘La vérité’ il regista ha concorso al leone d’oro per il miglior film.