Il rude Tony Lip, che è un buttafuori di locali notturni frequentati anche da mafiosi con i quali si ritrova mezzo invischiato, è però uno di buon cuore, un po’ rozzo e con l’occhio lungo per il soldo, destinato in primis a moglie e figli (..) E fuma e mangia in ogni momento. Ma la sua serenità, la semplicità e l’affetto con cui vive qualsiasi evento e incontra qualsiasi persona lo salvano e lo fanno amare da chi gli è vicino (..) A suo modo è sano, vero e sa perfettamente chi sia. A differenza di Don: chic, (..) bello, alto e slanciato, (..) dotato di un talento musicale d’eccezione che l’ha salvato da un destino professionale e di vita relegato alle sole persone di colore, ma anche imprigionato (..) in una realtà di uomo estremamente infelice e solo. L’incontro fra i due è esplosivo, con gag e momenti comici,(..)si conosceranno nel profondo e si aiuteranno a vicenda, l’uno migliorando l’altro, in un modo costruttivo e commovente per lo spettatore che uscirà dal cinema speranzoso nella bontà delle persone.
L’appartenenza e il razzismo
(..) il tema è l’autoconsapevolezza, il sapere chi siamo, da dove veniamo, dove viviamo. Don accusa Tony di essere parte di quella categoria, i bianchi, che fanno le regole, regole ingiuste che nulla hanno a che vedere, per esempio, con capacità doti e impegno, ma solo con il colore della pelle (..). Tony accusa Don di essere meno nero di lui, di non conoscere né apprezzare la sua gente, a cominciare da artisti come Aretha Franklin. (..) ciò che fa riflettere è il senso di appartenenza, a volte non è così chiaro e può causare sofferenze in chi non sente di essere una ‘cosa’ specifica (..) ‘Se per te non sono abbastanza nero e per loro non sono abbastanza bianco né abbastanza uomo allora dimmi chi diavolo sono io!’.
La regia e il cast
La regia è di Farrelly, (..) deve averci creduto. E lo ha fatto anche grazie alle vicende narrate dal figlio del vero Anthony Vallelonga, Nick, anch’egli infatti fra gli sceneggiatori (..). M. Ali, già vincitore dell’Oscar come migliore attore non protagonista in ‘Moonlight’ (2016), è fra i candidati nuovamente all’ Academy Award for Best Supporting Actor (..). V. Morgensen è stato nominato ai prossimi Oscar come miglior attore protagonista e, nella stessa categoria per lo stesso film, ha vinto, in particolare, lo Screen Actor Guild (..). L’Italia con le sue commediole facili e le canzoncine che prendono la massa (..), ben diversa da quella degli anni ruggenti di De Sica, Rossellini, Visconti, Pasolini, Fellini, Scola, Antonioni, Monicelli, Salce e poi attori come Sordi, Valeri, Vitti, Tognazzi, Magnani, Melato, Mangano e non basterebbero 10 pagine a ricordarli tutti, agli Oscar non arriva; (..) fatica ad ammettere il suo degrado filmico di oggi e ad uscire dal mare in cui naviga.
Vederlo?
Sì. Assolutamente. (..) Si esce felici dal cinema dopo aver visto un film così. Voto: 10!