LA FAVORITA di Yorgos Lanthimos
Recensione del film sull’ultima Stuart e sulle sue Favorite, Sarah e Abigail
Anna Stuart nacque a Londra nel 1665 e divenne regina di Inghilterra, Scozia e Irlanda l’8 marzo di 37 anni dopo (..) Con la ‘Dichiarazione dei Diritti’ fu stabilito che a succedere al trono dopo Maria e Guglielmo fossero prima Anna e i suoi discendenti e poi i discendenti di Guglielmo (..) Malata fin da bambina di “porfiria”, probabile causa dei futuri attacchi di gotta, era anche fortemente miope e a 12 anni aveva contratto il vaiolo; soffriva della sindrome di Hughes, a causa del quale non era riuscita a portare a termine alcune delle 17 gravidanze. Di quelle riuscite nessuna conclusa con un bambino sopravvissuto. Un triste destino il suo, una vita difficile e un desiderio disperato, così da film, di essere amata.
(..) ‘debole, sottomessa, completamente soggetta agli umori delle sue favorite’. Il film ci fa addentrare senza troppa classe nel mondo delle due più note, la rude, quasi un uomo, Lady Sarah Jennings, Duchessa di Marlborough, e la di quest’ultima nipote Abigail Hill, che poi si sposerà, con il beneficio e il beneplacito della stessa regina a quel punto incline solo a lei fra le favorite, con il bel barone Masham. Il film inizia con Sarah che gode della particolare relazione con Anna, mentre Lord Marlborough, suo marito, parte per il fronte in nome di un ideale bellico condiviso con la moglie, (..).Si inserisce alla corte inglese, come sguattera in cucina e, in breve, come dama di compagnia di Sarah, una giovane, apparentemente ingenua e senz’altro vittima di violenti ingiustizie: Abigail. (..)
(..) sarebbe dura la scelta della migliore attrice fra Colman, Stone e Weisz, interpreti bravissime di Anna, Abigail e Sarah, un cast che eccelle al femminile. Questo applaudo: i ruoli ‘leading’ sono di donne. (..) Rachel Weisz è una straordinaria Sarah Churchill di Marlborough con un sincero interesse per Anna e un forte ideale politico: il personaggio è forse il più difficile da interpretare e la sua capacità di renderlo ne fa per me la nr.1.
Vederlo? – Sì. Perché il film (..) racconta per due ore, anche se vedendolo nascono dubbi in proposito, ciò che accadde. (..) perché tanti scandali odierni nulla hanno di diverso da quei contesti, se non i preziosi costumi e arredi. Ma manca una storia importante (..) Ci vuole una sceneggiatura di livello che c’è per i dialoghi, ma non per la storia. Voto: 7,5.