Bedeschi Film produce PANE DAL CIELO film indipendente sui senza tetto
Recensione e Intervista di Alessandra Basile
al regista e produttore Giovanni Bedeschi
di Paolo Brambilla – Trendiest
Recensione
“Pane dal Cielo” sarà proiettato a Milano venerdì 14 dicembre presso la Sala Wagner alle ore 21:00 e alla proiezione sarà presente anche il regista Giovanni Bedeschi. Sarà una bellissima occasione per conoscere il dietro le quinte di questo film.
Giovanni Bedeschi è un noto autore di spot pubblicitari (molti i marchi importanti), e di altri lavori video, specie dal 2002, quando fondò la Bedeschi Film (www.bedeschifilm.com, la sua società di produzione. Questo è il suo primo lungometraggio. Nell’estratto della mia intervista, Giovanni mi racconta come –perché -quando ha pensato di dar vita al film con un focus su un tema delicato e d’impatto socio-culturale rilevante, vicino a tutti. Girato nel 2016, riconosciuto film d’essai, in anteprima a Milano il 10/02/18, il film ha vinto il premio al Mirabile Dictu (Festival Internazionale del Cinema Cattolico) per miglior film e regia.
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Vederlo? – Sì. (..) Torno a lodare l’ “altro” cinema, indipendenti vadano sostenuti sempre più. Auguro a ‘Pane dal cielo’ di volare alto in Italia e all’estero. (..) Paola Pitagora, dopo averlo visto la prima volta, ha detto: ‘questo film parla di fede nell’uomo’.
Intervista
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AB – Raccontami di te e dell’inizio del volotariato che ti ha poi spinto a fare ‘Pane dal cielo’.
Come tanti a Milano sono da anni nel volontariato. Ero un creativo in Saatchi&Saatchi, la cui sede milanese è in corso Monforte e lì vicino, in via Concordia, c’è la Mensa della S. Francesco (https://operasanfrancesco.it/cosa-facciamo/mensa/mensa-corso-concordia-milano/). Quando, durante la pausa pranzo o passeggiando, ci trovavamo io e il mio capo in zona e vedevamo la fila di gente che si creava davanti alla Mensa, il mio capo, sfidandomi, mi diceva: ‘vedi se sbagli questa campagna finisci così’. Dietro a questa battuta c’era una drammatica verità. Basta poco a trovarsi in quella situazione, talvolta senza nemmeno accorgersene. Penso anche ai nuovi poveri: quelli che devono vivere con una pensione di 350€/mese, i papà separati, i migranti di turno che capitano alla Mensa. Frequentando la Mensa, ho imparato a conoscere le persone e le loro storie.
AB – Dall’idea di un film su questa realtà al progetto: come ti sei mosso e chi ti ha aiutato?
Il lavoro è durato anni, anche per la post-produzione durata un anno ma resa possibile dalla generosità di molte persone. Abbiamo provato a raccogliere dei finanziamenti, ma una storia di povertà ‘non fa cassetta’. Così, nel 2016, ho parlato al produttore esecutivo e gli ho detto ‘lo facciamo’.
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