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Il Silvio nazionale è LUI, mentre il suo entourage, fatto di uomini politici guidati da ambizioni materiali più che valori morali e donne disposte a tutto pur di lavorare in tv o in politica o ‘solo’ inclini a ricchezza e fama senza limiti, sono LORO. Toni Servillo che veste i panni dell’ex premier, con una mimica facciale, aiutata dal trucco, volutamente ‘forzata’, rende molto bene il “modus agendi” berlusconiano. Nel suo ultimo film, Paolo Sorrentino porta sul grande schermo una miriade di attori, comparse e modelli/e per raccontare la sua versione, peraltro fortemente documentata e dalla memoria di molti di noi ritenuta fondata, della vita dell’ex presidente del consiglio, (..). Sorrentino condanna LORO, coloro che si sono arrampicati sulla scala sociale ed economica del nostro paese grazie a LUI, grazie al Berlusca. L’immagine di chiusura del film, tuttavia a sorpresa, ci dà un altro tipo di messaggio, forse quello più potente e affascinante, un messaggio avente a che fare con tutt’altro tipo di ricchezza e felicità.