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VENEZIA 2020 (2° parte)

La Mostra del Cinema porta tante persone in laguna per i film e le star, ma anche per godersi, nel tepore estivo delle prime giornate settembrine e a piedi o sui vaporetti, una fra le città più belle e sorprendenti: Venezia. Caratteristica come i suoi Fondaci.

Un accenno al Fondaco Marcello, location che fu scelta da Vanity Fair per un prestigioso evento con una sfilata di star, le cui immagini sono alle pareti dell’affascinante costruzione che si affaccia sul Canal Grande. Parliamo del Fondaco con Michele Marcello. (..)

Proseguono le mie recensioni dei film di Venezia (da me visti). Siamo alla lettera M.

MISS MARX
Distribuito in anteprima alla 77° Mostra del cinema di Venezia, questo film, scritto e diretto dall’italiana Susanna Nicchiarelli, classe ’75, non arriva del tutto. Costumi splendidi, scenografia curata nei dettagli, acconciature del periodo, tecnica e talenti nel cast di attori soprattutto di lingua inglese, fotografia raffinata. Però, a causa forse della trama lenta o di una regia che non riesce a dare ritmo al film, nonostante l’improvvisa musica rock verso la fine, indicante una donna moderna in Eleanor Marx stridente con i suoi tempi e con il film, quest’ultimo sembra più lungo di quanto non sia. La storia è quella vera della quarta figlia di Karl Marx, (..) Resta un film che racconta una storia vera rappresentata con impegno e dedizione, il che è da premiare. Mi chiedo, però, perché, essendo la regista italiana, non sia ricorsa anche ad attori nostrani, (..) Gli attori italiani vanno sostenuti. Voto: 7.

PIECES OF A WOMAN
Un film girato nel nome del realismo ispirato a un fatto realmente accaduto: Kornél Mundruczó ha dichiarato che la storia è nata dalla sua personale esperienza di un figlio mai nato, ma che lui e sua moglie avrebbero dovuto avere. Dopo 30 minuti di introduzione al film, di cui 25 di parto doloroso e purtroppo non a lieto fine, il film del regista ungherese non riesce a decollare completamente, (..) Vorrei sottolineare come i migliori attori dei film che sto vedendo si siano fatti valere a teatro, oltre che sul grande schermo. La stessa Kirby (..) si è aggiudicata il premio Whatsonstage per la sua performance teatrale come Stella in ‘Un tram chiamato desiderio’ di Tennessee Williams. Il mio voto al film è 6/7.

QUO VADIS, AIDA?
Era decisamente un candidato valido alla premiazione in Laguna come miglior film. Diretto e co-prodotto dalla regista e sceneggiatrice e produttrice cinematografica bosniaca Jasmila Žbanić – vincitrice nel 2006 dell’Orso d’oro al festival di Berlino per ‘Il segreto di Esma’ che segnò il suo esordio nei lungometraggi – questo film tratta per la prima volta e in modo piuttosto addentrato non eccessivamente truculento dato il tema del massacro di Srebenica, un genocidio di oltre 8 000 musulmani bosniaci, soprattutto di sesso maschile, avvenuto, durante la guerra in Bosnia e Erzegovina, nel luglio 1995 nella città di Srebrenica e nei dintorni. La strage si compì in una zona che l’ONU aveva definito ‘zona protetta’. Fu genocidio, come sentenziò anche la Corte internazionale di giustizia nel 2007, (..) Voto: 9.

THE HUMAN VOICE
Almodovar dirige la bravissima, nata in teatro, Tilda Swinton, musa dei film di Guadagnino, qui attrice unica nelle sapienti mani del grande regista spagnolo. Il testo che ha ispirato Almodovar è invece francese. Si tratta del bellissimo scritto di Jean Cocteau ‘La voix humaine’, che ben conosco dopo averlo portato in teatro nel giugno 2019 al Factory32 di Milano come attrice e regista (http://movida.tgcom24.it/2019/06/07/alessandra-basile-incanta-il-suo-pubblico-al-teatro-factory-32di-milano/ ; www.youtube.com/watch?v=iGLe6JDCxEc&t=1s ). (..) Per la scenografia essenziale e variopinta, per la regia ritmata di Almodovar, sostenuta da una fotografia splendida, per la capacità di Tilda Swinton, il premio Oscar dalla pelle bianca liscia che non i suoi prossimi 60 anni, il mio voto è 8,5.

THE MAN WHO SOLD HIS SKIN
Un uomo siriano è follemente innamorato di una ragazza della stessa provenienza geografica, ma non socioeconomica. Mentre, in piena guerra siriana, lui è costretto a fuggire per non essere arrestato, lei si lega senza particolare trasporto a un altro uomo, più anziano, spinta dalla famiglia a farlo. Sam Ali mira a raggiungerla a Parigi, dove lei va, passando dal Libano. È un rifugiato e, seppure cerchi di nasconderlo, lo si intuisce guardandolo. Viene colto con le mani nel sacco, quando a una mostra d’arte cerca di arraffare del cibo con l’aiuto di un compare, ma, invece di essere mandato via a calci nel sedere dall’artista a capo della struttura, viene da quest’ultimo invitato ad accettare un lavoro. (..) Voto: 9.

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THE WORLD TO COME
(..) Abigail è sposata con Dyer, alias Casey Affleck, che ha partecipato alla produzione del film. Quando, nella solitudine dei monti, sommersi dalla neve e presi di mira da vere e proprie tormente, con una vita agreste e pochi animali sopravvissuti alle intemperie, ma soprattutto ancora sconvolti dal dolore incommensurabile della perdita della loro unica bambina, Dyer e Abigail incontrano e conoscono la coppia dei vicini, Finney e Tally, le cose cambiano. (..) Voto: 8-.

Conclusione
(..). Facciamo grandi cose con i talenti italiani e le possibilità che vengono da oltre oceano. Uniamo le forze, invece di chiuderci in noi stessi, mai dimentichi della nostra italianità come valore che genera creatività e resta aperto alla condivisione per espandersi. Evviva il cinema e il teatro che portano cultura e aiutano ad ampliare la propria visione del mondo.

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