Il tema della settimana

I nostri demoni interiori non vengono meno nemmeno quando per il mondo siamo vincitori.

I nostri demoni interiori non vengono meno nemmeno quando per il mondo siamo vincitori. E’ il tema di BIRDMAN, film strepitoso diretto dall’ottimo Alejandro González Iñárritu nel 2015, anno in cui vinse 4 Oscar: miglior film, regia, fotografia, sceneggiatura originale. La storia è quella di Riggan Thomson, una celebrità ormai decaduta, un attore che disperatamente tenta di allontanarsi dalla figura del supereroe che lo aveva reso tanto celebre. Riggan vive un momento artistico molto duro, si sente un attore fallito, e una disastrosa situazione economica e familiare, perciò si pone un dubbio esistenziale: rimanere un attore di teatro decaduto o tornare a impersonare Birdman, il tipico divo hollywoodiano che lo spettatore medio ama. Così decide di mettere in scena a Broadway uno play teatrale tratto dall’opera What We Talk About When We Talk About Love di Raymond Carver nella speranza di guadagnare un riconoscimento, come attore, nuovo e altrettanto grande quanto quello dei film a effetti speciali nei quali era Birdman. Il nuovo attore del cast scelto dal protagonista, Mike Shiner – interpretato dal sempre eccezionale Edward Norton, rappresenta la figura dell’attore perfetto, che nel mondo reale recita con tutti e sul palcoscenico è se stesso con conseguenze drammatiche. Quando la prima dello spettacolo va in scena, la sua interpretazione entusiasma pubblico e critica. Ma all’ultimo atto, invece di fingere di suicidarsi sparandosi alla tempia, all’ultimo momento Riggan sostituisce la pistola giocattolo con una vera e si spara. Per fortuna lo sparo è superficiale e, quando si risveglia con una fasciatura sul naso, il suo manager Jake lo informa del grande successo del suo spettacolo. E proprio quando tutti lo adorano, compresa la figlia, e tutto nella sua vita sembra essere andato a posto, Riggan, vedendo il suo alter ego Birdman silenzioso e dimesso – una immagine metaforica assai potente – e capendo di non essere quel personaggio risolto che tutti vedono in lui, di non avere risolto affatto i suoi demoni interiori, punta alla finestra aperta nella sua camera d’ospedale. Il finale rappresenta la tragedia di un uomo che non riesce a risorgere nemmeno quando ottiene tutto ciò che aveva desiderato fortemente. Chi sopravvive a lui è lo stesso personaggio con il quale, forse senza rendersi conto, Riggan si era drammaticamente identificato.

http://www.youtube.com/watch?v=YCjqeQKaHOE

 

 

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