THE AFTERMATH – La conseguenza di Janes Kent

THE AFTERMATH – La conseguenza di James Kent

Recensione del film con la Knightley ispirato all’omonimo romanzo di Rhidian Brook

Anno 1946, Germania. Pieno dopoguerra. (..) Il contrasto fra chi scava nelle macerie per ritrovare corpi di parenti e amati mai rientrati né denunciati come defunti e chi torna a casa per iniziare daccapo intraprendendo una vita ricca di lussi sfrenati e festeggiamenti. Keira è Rachel Morgan ed è la moglie di un colonnello britannico di nome Lewis, incaricato di ricostruire la città di Amburgo distrutta dai bombardamenti (anche) inglesi. Non è scontata la convivenza, perché a guerra finita il popolo si è diviso in sostenitori e oppositori del Führer. E a peggiorare la difficile situazione irrompe (..) l’idea di Lewis di convivere nella grande villa fuori dal centro città di Amburgo con la precedente famiglia

proprietaria: così al piano nobile vive una coppia di inglesi e nella zona soffitta vivono i Lubert, un papà tedesco e la figlia Freda. Hanno in comune un fatto: un bombardamento ha ucciso il figlio dei Morgan; sempre per le bombe lanciate, i Lubert hanno perso la moglie di Stefan e mamma di Freda. Perdite così induriscono e possono profondamente unire.

Nessuno è il vincitore quando una guerra finisce – (..) tutti subiscono le conseguenze – il titolo del film allude a questo aspetto infatti – negative di una guerra in atto, ma anche del relativo dopoguerra ed è in quest’ultima fase che la sceneggiatura vede il suo inizio, (..) dopo essere stata presa alla stazione dal marito che incontra solo dopo parecchio, (..) quando arriva alla villa ne nota la distanza da tutto, temendo una sorta d’isolamento, ma, felice di essere di nuovo con il marito, conta sulla sua presenza per non sentirsi sola. (..) A dimostrazione che la guerra è alle spalle, Lewis, stanco di vedere gente morire o uccidere, sente che ospitare dei tedeschi rimasti senza possibilità e affranti dalla morte della moglie e madre e farlo proprio nella casa un tempo loro sia un modo per sé di assolversi per gli atti violenti che ha necessariamente compiuto in guerra.

La sorpresa di conoscere qualcuno veramente – Rachel e Stefan (..) soli insieme (..) son costretti a conoscersi. La reciproca solitudine e il bisogno (..) di alleviare (..) cicatrici che non riescono a rimarginarsi li spinge uno nelle braccia dell’altra. La sorpresa arriverà alla fine del film (..) Il tradimento della moglie venuto alla luce costringerà entrambi i coniugi a guardarsi dentro con coraggio e a guardarsi reciprocamente con reale empatia.

Vederlo? – Assolutamente sì, perché è un film, a mio parere, perfetto. Il punto di vista di chi l’ha scritto è interessantissimo e ha un fondamento. A parte ciò, regia, fotografia in primis, attori, tutto è di grandissima qualità. La Knightley, ormai giustamente designata quasi solo per ruoli storici, è qui strepitosa e, secondo me, più bella che mai. (..) Ci si immedesima nella protagonista anche nelle scelte che sta per fare come se questo film sapesse trasportare in modo naturale lo spettatore nei passaggi della storia. Voto: 9,5.