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ROMA FF15 Festa del cinema 2020 (1° parte)

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Roma come Venezia (..) si fa avanti con una coraggiosa Festa del Cinema, nonostante e in lotta contro il Covid19, tenuto a bada grazie a un grosso sforzo organizzativo. (..) guardare uno schermo o un palco per un paio d’ore, stando distanti lateralmente, con uno spazio fronte a sé, sempre con la mascherina indosso, senza parlare, il tutto dopo aver provato la febbre e, come in alcuni spazi, stando seduti laddove vi è un particolare sistema di areazione, NON è rischioso (..) Sì, io ho fiducia nella scienza. Ho rispetto per chi ha sofferto e soffre a causa del Covid19 che temo moltissimo, ma non demonizzo la Cultura perché ci può salvare, aiutando la salute psicologica collettiva (..) Ora veniamo all’Auditorium di Renzo Piano e ai film di Roma FF15.

Ricordo che la Festa del Cinema così si chiama per differenziarsi dai festival cinematografici e l’unico riconoscimento arriva al titolo scelto dal pubblico che vota le proiezioni viste. (..)

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Come tutti gli anni, la sezione ‘Alice nella città’ è un vero e proprio festival cui concorrono le giovani generazioni di cineasti (..)

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LE MIE RECENSIONI sugli 11 film che ho visto a Roma, FF15. In ordine di proiezione.

Le mie recensioni: STRAY di Elizabeth Lo
Non i quadrupedi raffinati che partecipano ai concorsi dedicati, ma quelli più ‘tosti’ che trascorrono la propria esistenza per strada, che devono sopravvivere nel senso vero del termine, che trovano chi li accarezza e chi li maltratta, sono i fantastici, non esagero, protagonisti di questo particolare e originale film documentario della regista cinese. Sono gli ‘stray’, cioè i randagi, (..) lo spettatore, grazie a delle inquadrature dal basso verso l’alto, osserva cose, eventi e persone attraverso gli occhi dei quattro zampe protagonisti, (..) Zeytin, Nazar and Kartal sono credibilissimi. Un’altra particolarità sono nel corso del film alcune citazioni inerenti la razza canina enunciate da celebri filosofi dell’antica Grecia. (..) Voto: 7/8. SELEZIONE ‘ALICE NELLA CITTA’ ’

Le mie recensioni: IO STO BENE di Renato Rotunno
Il protagonista è l’anziano e bravissimo Renato Carpentieri, le cui capacità interpretativa e intensità mettono in ombra la oggi nota Serraiocchi, (..) l’attore agé – chiaramente di teatro e, a scanso di equivoci, ciò è in accezione più che positiva – regge tutto il film di Rotunno. (..) Nel tempo presente del film è il personaggio di Sara che vive da migrante in Lussemburgo, dove è giunta per cercare fortuna come vj e qui scontrandosi con una realtà molto dura ed escludente, fino a quando incontra Spinelli che, invece, la capisce, avendo vissuto quella stessa esperienza così tanto tempo prima. (..) Di nota la regia e la fotografia (..) Ciò che manca sta nella sceneggiatura ed è una maggiore profondità relativamente alle vite e all’anima dei personaggi, (..) Un film ricco di spunti, begli spunti (..) Voto: 7.

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Le mie recensioni: SUPERNOVA di Harry MacQueen
Straordinari! Una coppia professionale di pezzi da novanta! Due artisti doc, due Attori di talento altissimo che sanno con grande umiltà e vera empatia per i loro personaggi rendere questi ultimi con una delicatezza impressionante. Due nomi: Colin Firth e Stanley Tucci. (..) Due attori così si spartiscono lunghi dialoghi intensi e una sceneggiatura delicata e potente, (..) 9. Questo il mio voto a ‘Supernova’ e 10 e lode a ciascuno degli interpreti (..) Come gestire, da vittima e nei panni di chi se ne prende cura, l’avanzare di una malattia, l’Alzheimer, che rende la persona colpita un ‘involucro vuoto’ incapace di riconoscere chi le vuole bene?

Le mie recensioni: STARDUST di Gabriel Range
David Bowie agli esordi. Il film interpretato dal cantante e musicista Johnny Flynn (..) tratta della difficoltà notevole riservata a ‘the thin white Duke’, dovuta al suo modo di abbigliarsi e presentarsi, di camminare e… di truccarsi, insomma alla sua femminilità sbattuta in faccia all’America puritana focalizzata sul rock (..) Bowie puntava a un modo di fare musica che avrebbe trovato giusto riscontro nell’allora futuro, così gli diceva l’ufficio stampa della casa discografica Mercury (interpretato nel film davvero molto bene dall’attore Marc Maron), (..) L’attore che, in questo film, ne veste gli eccentrici panni e ne riproduce le movenze è bravo nell’aver reso il personaggio come impatto esterno, (..) Tuttavia, non riesce ad andare al substrato più profondo del personaggio, (..) Dietro alla parvenza tanto criticata di Ziggy c’erano il dolore e l’insicurezza legati alla reclusione in un manicomio del fratello. (..) Se Bowie non è più su questa terra, la sua musica sì e continua a essere apprezzata. Voto: 7.

Le mie recensioni: MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex Infascelli
10 e lode! Sì di cuore. (..) è un prodotto ricco di italianità, di romanità, di sport sano, di sogno, quello di un bambino la cui prima parola è stata ‘palla’, (..) il cui appoggio più grande è nato e restato in famiglia, soprattutto da parte dell’amata mamma. Il film è stato realizzato con un montaggio che coinvolge tifosi e non e interpretato, come voice over sulle immagini di repertorio che scorrevano, da un bravo, bravissimo, Francesco Totti, molto simpatico. (..) Totti e i suoi goal hanno significato un’epoca che non torna. (..) Lo sport unisce e le persone, hanno bisogno di sentirsi uniti in un’unica causa. Totti è stato anche questo. Il mio voto reale al film sarebbe 7,5, ma, con il mio cuore di italiana e romana, io dò convinta 10elode!

Nei prossimi giorni la seconda parte di “ROMA FF15 Festa del cinema 2020”

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