Dolores, 2010 + 2014

Un Parere giornalistico

Parere del giornalista Francesco Mattana alla prima di DOLORES

La visione di “Dolores” è un’esperienza che consiglio a tutti: riuscire – nell’arco di meno di un’ora di performance – a raccontare per bene la sofferenza che si può respirare tra le mura domestiche è un esercizio che riesce a pochi. Riesce solo a quelli bravi. Nello specifico, quindi, un grazie alle protagoniste Alessandra Basile e Lisa Vampa; alla regista Adriana Milani; alla “factotum” Stefania Gazzi, che ha fatto davvero un po’ di tutto e sarebbe scortese definirla semplicemente una make-up artist. 
L’accento partenopeo delle due sorelle le rende immediatamente simpatiche: fondamentale per alleggerire il contesto, altrimenti la sala diventerebbe una valle di lacrime e sarebbe un male per tutti. Non ci sono tempi morti: si segue tutta d’un fiato questa pièce, senza mai annoiarsi. 
Diverte l’ingenuità della bionda Dolores ma nel contempo fa riflettere: quante ragazze – che abbiamo anche conosciuto personalmente – si sono lasciate “fregare” da un amore sbagliato? Tante, troppe. Ecco perché questo spettacolo cattura: parla di noi, e lo fa con un linguaggio popolare (e popolaresco) veramente efficace. Auguri, di tutto cuore, per le prossime recite: da un testo così piacevole, allestito da donne così in gamba, non possiamo che attenderci un successo numericamente sempre più rilevante.

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